Paternò e la paura dopo la sparatoria: «Qui per noi vivere è quasi impossibile»
I residenti di Spirito Santo aspettano risposte dopo l'agguato di venerdì. Il 20enne resta in condizioni critiche
Restano critiche le condizioni di salute del 20enne paternese, vittima nella notte tra venerdì e sabato scorso, di un agguato, avvenuto nella piazzetta alle spalle della parrocchia dello Spirito Santo. Il ragazzo ha lasciato ieri la rianimazione dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania, per essere trasferito all’Ismett di Palermo. Occorre un intervento specialistico visto le lesioni interne riportate e determinate dai proiettili che lo hanno raggiunto all’addome. Le sue condizioni restano gravi e la prognosi riservata.
Intanto la città attende di conoscere la verità su cosa è accaduto quella maledetta notte. Chi ha sparato e perché? Un nome, quello di un giovane paternese, sarebbe al vaglio dei carabinieri della Compagnia di Paternò che sull’indagine restano a bocche cucite; un nome che gira in città già dall’indomani della barbara esecuzione. Non chiaro se i militari dell’Arma abbiano già individuato e fermato il presunto responsabile. Si scava anche per ricostruire il possibile movente che sembra da ricercare in un contesto passionale. Un amore finito e un altro cominciato avrebbero determinato prima una lite tra più persone, avvenuta in piazzetta con protagonisti anche vittima e carnefice e poi la sparatoria.
E non è l’unico fatto da ricostruire. Resta ancora avvolto nel più completo mistero il secondo fatto di sangue, collegato a questa sparatoria. Il ferimento, alle 3 circa di sabato mattina, di un 24enne ferito da colpi d’arma da fuoco alle gambe, pare nella zona di Scala Vecchia.
Intanto, interventi per rafforzare la sicurezza e contrastare la “malamovida” chiedono i residenti che da anni denunciano le condizioni di invivibilità in cui sono costretti. Centinaia di famiglie ostaggio, ogni notte e fino alle prime luci dell’alba, di giovani che scorazzano con i loro mezzi, lanciati anche a velocità sostenute e ancora, giovani che si ubriacano, litigano, spacciano, fanno uso di sostanze stupefacenti. A loro tutela i residenti hanno promosso più azioni, si sono costituiti in comitato per chiedere interventi al Comune e della questione è stata investita anche la Prefettura di Catania, senza che ad oggi sia arrivata una risposta soddisfacente. «Da anni chiediamo l’installazione di telecamere di sorveglianza - dicono i residenti - o la chiusura della piazza. Non abbiamo ottenuto nulla. Qui la vita per noi è impossibile».