Voto di scambio, le rivelazioni del boss pentito: «Castiglione sapeva che io ero un mafioso»
I verbali di Rosario Bucolo sull’ex deputato regionale Mpa che il 16 settembre affronta l’udienza preliminare del blitz “Mercurio”
Nel riquadro Giuseppe Castiglione
Il selfie di Giuseppe Castiglione con Domenico Colombo, pubblicato dopo le elezioni regionali 2022, non è passato inosservato nemmeno fra gli esponenti della famiglia mafiosa di Cosa Nostra catanese. Quella foto, poi, è finita sui giornali quando Colombo, ex dipendente Amts, fu arrestato nel blitz antimafia “Sangue Blu”. Che quello scatto fosse rischioso lo ha certificato anche Rosario Bucolo, vecchia guardia del gruppo mafioso del Castello Ursino, che da pochissimi mesi è entrato nel programma di collaborazione con la giustizia. Bucolo, lo scorso febbraio, è finito in manette nell’ambito del blitz Mercurio. L’operazione del Ros è quella che ha coinvolto anche l’ex deputato regionale Giuseppe Castiglione, che è accusato di voto di scambio politico-mafioso. L’esponente autonomista, al momento ai domiciliari, affronterà il 16 settembre l’udienza preliminare a Catania.
La foto
«Ricordo che Colombo - dice Bucolo ai magistrati - aveva pubblicato una foto sua e di Castiglione su internet. Per me era assurda una situazione del genere dal momento che rischiava di bruciare lo stesso Castiglione all’atto stesso dell’elezione. A Colombo non gli ho detto nulla perché, poi, subito dopo è stato arrestato».
Per le “sue cose” Bucolo intende il cimitero. Il pentito racconta di aver detto a Colombo di informarsi rispetto all’ampliamento del camposanto: l’uomo delle strisce blu (che millanta di essere il cugino di Ciccio “colluccio” Santapaola) avrebbe promesso al boss che si sarebbe informato. «Dopo un paio di mesi mi disse che la questione era stata messa all’ordine del giorno e mi dava rassicurazioni che sarebbe stato approvata. Questo per me era buono - spiega il pentito - perché questo voleva dire che cambiavano le regole del cimitero. Il mio obiettivo era quello di fare un consorzio che avrebbe avuto a capo una ditta di fuori Catania».
L'ampliamento del cimitero
Il pm però fa una domanda precisa a Bucolo: Ma Colombo le disse che Castiglione si stava impegnando per l’ampliamento? «Peppe, ovvero Castiglione, sapeva che si doveva fare e che si sarebbe occupato di farlo mettere all’ordine del giorno». Colombo. qualche tempo dopo, avrebbe portato un foglio che sarebbe stata la prova che avevano fatto la delibera. Quel foglio «l’ho conservato e si trova ancora nel mio ufficio», spiega Bucolo. Ma l’unica delibera - come ricostruito da La Sicilia dopo il blitz - che riguarda il cimitero è quella dell’ottobre 2022 (Castiglione era presidente del Consiglio ancora all’epoca) ma è sul regolamento. Di ampliamento e project financing si parlava a Palazzo degli Elefanti. Ma non c’era alcun atto concreto.
L'appoggio promesso a Castiglione
Quando Colombo consegna quel foglio a Bucolo avrebbe nuovamente chiesto di sostenere Castiglione politicamente per le elezioni regionali. «Io mi sono impegnato in tal senso», ammette il collaboratore. E per mettere alla prova la «potenza di Castiglione» in ambito comunale, sollecita di sistemare una piazza di Librino , dove abita Bucolo. E lì sarebbe avvenuto un appuntamento fra Castiglione, Bucolo e Colombo: «Io durante l’incontro ho fatto capire a Castiglione quanti voti gli potevo portare, facendogli vedere le palazzine di Librino». A quel punto Castiglione si sarebbe attivato «per sistemare la piazza». Ma il politico sapeva chi avrebbe incontrato a Librino? «Colombo disse chiaramente a Castiglione con chi stava andando a parlare, gli disse che io facevo parte del contesto mafioso. Castiglione lo sapeva con chi stava parlando nel senso che io facevo parte dell’associazione mafiosa. Dopo che ci siamo incontrati - precisa il pentito nei verbali - Colombo mi disse che aveva detto a Castiglione che io facevo parte della famiglia Santapaola e io l’ho ripreso perché era pericoloso parlare in modo così chiaro visto che io personalmente non conoscevo bene Castiglione».
A fare le promesse al boss però era sempre l’ex dipendente delle strisce blu. E non Castiglione. «Colombo mi disse che laddove appoggiavamo Castiglione come associazione mafiosa, una volta salito, noi avremmo potuto chiedergli qualunque cosa», racconta Bucolo.
Ma Colombo, pochi giorni dopo le regionali, è finito in carcere.