Catania, il pentito che fa tremare i piani alti del clan Santapaola: «Ecco chi comanda»
Il nuovo collaboratore Rosario Bucolo conosce bene i segreti di Cosa Nostra catanese.
Comincia un percorso in salita per Francesco Russo, imputato chiave del processo figlio dell’inchiesta della squadra mobile “Ombra”. Ora, oltre le intercettazioni, ci sono le dichiarazioni del pentito Rosario Bucolo. Il nuovo collaboratore - ha deciso di entrare nel programma lo scorso giugno - non è certo l’ultimo arrivato della famiglia catanese di Cosa nostra. Prima come avvicinato, poi come “affiliato” a partire dal 2007: Bucolo è stato il numero 2 del gruppo mafioso del Castello Ursino fino allo scorso mese di febbraio, quando il Ros lo ha arrestato nell’ambito del blitz “Mercurio”. Inoltre è stato vicinissimo a Enzo Aiello, che è stato il “ministro degli appalti” dei Santapaola. I verbali che il pentito ha riempito nel silenzio di questa rovente estate sono pieni di omissis. Pagine e pagine.
Gli incontri al centro colori
Bucolo, che operava nel settore del caro estinto, ha incontrato personalmente Francesco Russo. A presentarglielo è stato Francesco Napoli, coinvolto nell’operazione dei carabinieri “Sangue Blu” del settembre 2022. Una premessa: Napoli, della stirpe Ferrera-“cavadduzzu”, ha rivestito il ruolo di rappresentante provinciale della famiglia etnea di Cosa nostra fino a quando non sono scattate per lui le manette tre anni fa. Poi lo scettro sarebbe andato a Ciccio Russo. Ed è il ruolo di “capo dei capi” che l’imputato contesta.
Al giudice per le udienze preliminari ha detto, mentre rispondeva alle domande di legali e pm, che non avrebbe mai avuto incarichi direttivi. Ma Bucolo dice il contrario. Quando gli investigatori gli mostrano la foto di Russo, il pentito conferma la sua posizione di vertice: «Dopo l'arresto di Ciccio Napoli era questo Ciccio Russo che aveva la reggenza della famiglia Santapaola». Russo e il collaboratore si sarebbero visti faccia a faccia solo due volte: «Io l'ho incontrato solo un paio di volte, evitavo di andare a parlare con Russo. L'ho incontrato entrambe le volte al Centro colori (di via della Concordia, ndr). Una prima volta l'ho incontrato quando me lo ha presentato Ciccio Napoli e un'altra volta l'ho incontrato, sempre casualmente al Centro colori».
Un capo senza carisma
Secondo Bucolo, Russo non aveva il carisma per tenere lo scettro dei Santapaola: «Io mi lamentavo della gestione della famiglia da parte di Russo perché non era uno all'altezza di portare lo sterzo, come dicevo io. Nonostante questa mia opinione personale, laddove mi avesse mandato a chiamare mi dovevo mettere a disposizione perché era lui il reggente della famiglia Santapaola all'epoca». Una posizione che sarebbe stata figlia del suo legame con Enzo Santapaola, il figlio maggiore del padrino Nitto. Almeno così Bucolo avrebbe saputo. Il blitz è stato chiamato Ombra proprio perché Russo evitava di esporsi. «Non era molto facile avere - dice Bucolo - degli appuntamenti con Russo, anche perché lui usava come specchio Turi Mirabella. Mirabella era il suo referente personale, era Mirabella che andava, su incarico dello stesso Russo, agli appuntamenti al posto di quest'ultimo e poi riportava a Russo il contenuto dell'incontro. Russo era molto riservato non prendeva appuntamenti con nessuno. Si vedevo solo con quello del centro colori».
Da cacciato a delfino del capo dei capi
Ma chi è Mirabella? È Turi ‘u Paloccu. Uno storico della famiglia Santapaola. Che però, per le sue pretese e per i suoi modi, avrebbe avuto parecchi problemi con Rosario Bucolo. Il gruppo mafioso del Castello Ursino, oltre ai D’Emanuele, è storicamente affidato a Ernesto Marletta. Mirabella durante una riunione con il capomafia Enzo Aiello non avrebbe però riconosciuto la leadership di Marletta. Aiello - racconta Bucolo - lo avrebbe cacciato. Turi ‘u Paloccu avrebbe indossato la casacca dei cursoti milanesi e anche dei Cappello-Carateddi. Poi nel 2012 l’uomo d’onore Daniele Nizza, poiché aveva pochi uomini a piede libero, gli avrebbe «affidato il gruppo del Castello». Un ruolo a tempo, però. Poi ci furono diverse tensioni e problemi. Addirittura Bucolo si presentò armato a una riunione pronto a sparare contro Mirabella. A quel punto Ernesto Marletta avrebbe deciso di cacciarlo dalla squadra del Castello Ursino. A quel tempo c’era come rappresentante della famiglia Ciccio Napoli, che decise di fare «camminare Mirabella con Ciccio Russo».
Bucolo spiega così le mansioni di Turi ‘u Palocco: «Mirabella faceva per Ciccio Russo quello che io facevo per Ernesto Marletta, ovvero invece di fare andare in giro Ciccio Russo e farlo esporre, si presentava Mirabella che avrebbe parlato in nome e per conto di Russo».