A bordo di uno scooter rubato e “mascherato” con un'altra targa: denunciato dai Carabinieri
Il giovane bloccato a Paternò in via Nicolosi, alla guida di un motociclo 125
Nel corso di un servizio perlustrativo finalizzato alla prevenzione e repressione dei reati sul territorio, una gazzella della Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Paternò ha notato, in via Nicolosi, un giovane alla guida di un motociclo 125 che mostrava un atteggiamento particolarmente guardingo. L’esperienza dei militari, ben consapevoli che simili comportamenti possono celare irregolarità o situazioni di rilievo operativo, li ha indotti a procedere immediatamente al fermo del mezzo e al controllo del conducente e del passeggero.
Sono così scattati i controlli tramite la Centrale Operativa, con l’immediata consultazione delle banche dati delle Forze dell’Ordine. In un primo momento, la targa apposta sul ciclomotore non risultava associata a segnalazioni di furto o irregolarità. I Carabinieri della Sezione Radiomobile, però, forti della loro esperienza e intuendo che potesse celarsi qualcosa di anomalo, non si sono fermati al primo riscontro e hanno deciso di approfondire. Proprio mediante il controllo incrociato tra targa e numero di telaio è emerso che lo scooter era provento di furto, denunciato lo scorso maggio a Nesima (CT) dal proprietario.
A quel punto il 22enne ha dichiarato ai militari di aver acquistato il motociclo circa un anno fa, da un cittadino straniero, per la somma di soli 100 euro e senza alcuna documentazione di compravendita. Una versione apparsa sin da subito poco credibile, non solo perché la denuncia di furto del mezzo risaliva ad appena quattro mesi addietro, ma anche perché l’acquisto di un bene ad un prezzo così irrisorio rispetto al suo reale valore costituisce un chiaro indizio di possibile ricettazione. In particolare, quando non viene regolarizzato alcun passaggio di proprietà, simili circostanze lasciano ragionevolmente intendere che il bene possa provenire da attività illecite.
Sulla base degli elementi raccolti, il giovane dovrà ora rispondere davanti all’Autorità Giudiziaria per i reati di ricettazione e riciclaggio, ferma restando la presunzione di innocenza di cui gode sino a sentenza definitiva. Il motociclo, invece, è stato sottoposto a sequestro probatorio in vista della successiva restituzione al legittimo proprietario.