STMicroelectronics: niente esuberi a Catania ed Agrate. E Urso rilancia: «5 miliardi per l'Etna Valley»
La riunione odierna al tavolo permanente al Mimit ha delineato un quadro ottimistico per l'occupazione in Italia della multinazionale dei semiconduttori
«Catania polo europeo per il carburo di silicio». Le parole del ministro Adolfo Urso nella riunione odierna, conclusasi pochi minuti fa, del tavolo permanente su STMicroelectronics tenutasi al Mimit (ministero delle Imprese e Made in Italy) portano una ventata di ottimismo per il futuro non solo della cosiddetta "Etna valley", ma anche per 'altro grande sito italiano della multinazionale dei semiconduttori, Agrate (Milano). L'azienda conferma infatti quanto già comunicato al termine della precedente riunione del 28 luglio, ovvero che nel sito catanese non ci sarà nessun taglio di personale. E la riunione di oggi ha portato allo stesso annuncio per Agrate, secondo quanto riferito dall'azienda e ribadito dallo stesso ministro Urso davanti ai rappresentanti sindacali: «L'acquisizione da parte di ST della divisione Mems di Nxp è una svolta strategica per Agrate, che si rifocalizzerà sui MEMS con prospettive di ripresa occupazionale e riduzione delle uscite». All'incontro erano presenti anche il ministro dell’Economia Giorgetti, la ST, i sindacati e le istituzioni locali siciliane (presente l’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo) e lombarde.
Urso a ST: «Serve un piano più solido»
Il ministro non ha però risparmiato un appunto all'azienda, di cui lo stesso Stato italiano (tramite il ministero dell'Economia) è azionista al 13%: «Resta inaccettabile quanto prospettato nel precedente incontro, soprattutto sulla sostenibilità industriale, finanziaria e occupazionale - ha aggiunto il ministro -. Per questo abbiamo chiesto a STMicroelectronics di presentare oggi un piano più solido, con investimenti per colmare il ritardo accumulato e, soprattutto, dare garanzie sul fronte degli esuberi», ha aggiunto Urso.
Catania, 5 miliardi di investimento e interventi in Zona industriale
Al centro della strategia industriale c'è però soprattutto Catania, dove ST impiega un totale di oltre 5mila addetti. «Abbiamo sostenuto - ha detto Urso nel corso dell'incontro - il progetto di ST a Catania, con il ruolo attivo della Regione siciliana e la firma dell’accordo di programma: è il più grande investimento autorizzato dalla Commissione europea nella microelettronica, dal valore di 5 miliardi di euro per il periodo 2023-2037, con agevolazioni pubbliche superiori a 2 miliardi. Catania può e deve diventare il polo europeo del carburo di silicio, tecnologia cruciale per la transizione energetica e la mobilità elettrica». Il ministro ha poi ribadito che si sta lavorando con Regione ed enti locali per la Zona industriale di Catania, specificamente «per superare le ultime criticità legate all’approvvigionamento idrico e alla gestione delle acque. Lo scorso 21 luglio è stata ottenuta l’Autorizzazione Idraulica Unica, incondizionata fino a 400 mc/h, e Sidra, società che a Catania gestisce il servizio idrico integrato, a seguito dei riscontri positivi della manifestazione d’interesse conclusasi lo scorso 30 giugno, è in procinto di avviare la gara per i lavori per la selezione dell’operatore economico». Così, «saranno assicurate le condizioni per attuare l’investimento» approvato da Bruxelles rispettando il cronoprogramma e «confermando gli impegni in termini di capacità produttiva e ricadute occupazionali».
I sindacati: "Bene, ma ora serve il piano industriale"
Parole che lasciano soddisfatti i sindacati. Per Pietro Nicastro, segretario siciliano di Fim Cisl l'incontro di oggi «è positivo, con il ritiro degli esuberi in Italia, ma è importante avere un piano industriale dettagliato e pluriennale perché serve garantire il perimetro occupazionale. Terremo alta l’attenzione sulla questione delle acque, una delle fonti primarie per la produzione». Concetto ribadito anche da Saro Pappalardo, Coordinatore Nazionale Fismic: «L’incontro non è stato ovviamente risolutivo ma finalmente si è cambiata l’impostazione. L’azienda ha sostanzialmente ritirato gli esuberi, come chiesto il 28 luglio, e aperto ad un dialogo costruttivo pur non rinunciando a realizzare uscite volontarie incentivate. L'azienda ci ha chiesto infatti la disponibilità a trovare una intesa per agevolare le fuoriuscite di lavoratori vicini all’età pensionabile. Noi ci siamo detti disponibili al confronto per dettagliare meglio i piani industriali e per determinare prospettive industriali che ci consegnino maggiore serenità rispetto al futuro, attraverso la costruzione di un Accordo Quadro al Ministero che contenga le garanzie a tutela dello sviluppo e dell’occupazione. Ed ovviamente, per avere un piano industriale che abbia questa credibilità abbiamo, come sindacato, l’esigenza di avere programmi che giardino oltre il 2027. Le uniche novità dal punto di vista industriale riguardano infatti le acquisizioni di produzioni per Catania (Gan) e per Agrate (Mems) che però verosimilmente non avranno impatti positivi prima del 2027. Sul resto sia a Catania (M5 e Sic) che ad Agrate (AG200 ed AG300) siamo fortemente legati a come si muove il mercato che oggi purtroppo è fortemente instabile», ha concluso Pappalardo.
Angelo Mazzeo, vicesegretario nazionale di Ugl Metalmeccanici, aggiunge: «Fino a quando non sarà presentato un piano industriale che delinei in modo chiaro le importanti novità, inclusi gli interventi previsti sui siti di Catania e Agrate, non potrà essere avviata alcuna valutazione in merito a eventuali uscite volontarie». Rosy Scollo, segretaria di Fiom Cgil Catania, commenta: «Il ritiro di tutti gli esuberi è un risultato importante. Adesso, però serve definire un piano industriale chiaro, che consenta di ragionare in termini di espansione e non più di ridimensionamento. Parliamo della sopravvivenza non solo del sito di Catania, ma dell’intera filiera industriale collegata».
Luca Colonna, segretario nazionale Uilm, e Giuseppe Caramanna, coordinatore Uilm per St e segretario catanese, aggiungono infine un dubbio sul piano per Catania: «Confermata la chiusura del CT6 e il trasferimento del personale nella Sic per produrre carburo di silicio. Ma l’auto elettrica è in frenata e non ci lascia tranquilli per il futuro».
Urso sulle difficoltà della microelettronica in Europa
Che il comparto necessiti di importanti passi avanti per affrontare la sfida globale del settore è, ancora una volta, un tema affrontato anche dal ministro Urso: «Le difficoltà in cui versa il settore della microelettronica in Europa sono note a tutti. L’andamento instabile del mercato dei semiconduttori, condizionato dalla scarsità di materie prime critiche, dalle tensioni nei rapporti transatlantici e dalle strategie della Cina, sta rallentando i grandi progetti industriali nel continente», ha ricordato il ministro, a quanto viene ricostruito dai presenti, tornando sul progetto europeo per il settore noto come "Chips Act 2.0". Questo, ha aggiunto «deve essere l’occasione per l’Europa di passare dalle parole ai fatti, con una strategia concreta basata su velocità, semplificazione e visione industriale». Per questo l’Italia, insieme ad altri paesi europei, ha chiesto alla Commissione «un piano ambizioso per rafforzare l’intera filiera dei semiconduttori: dai materiali alla progettazione, fino alla produzione. Servono risorse adeguate, procedure rapide e sostegno a start-up, scale-up e linee pilota. Solo così potremo raggiungere l'obiettivo del 20% di produzione globale entro il 2030 e garantire la sovranità tecnologica in settori strategici come intelligenza artificiale, fotonica e tecnologie quantistiche. Il tempo della burocrazia è finito. Ora servono industria e innovazione, subito», ha concluso il ministro Urso.
L'assessore Tamajo: «La Regione continuerà a fare la propria parte»
Su delega del presidente della Regione Siciliana, l’assessore alle Attività produttive Edy Tamajo ha partecipato al tavolo su STMicroelectronics al ministero delle Imprese e del Made in Italy: «La Sicilia è stata protagonista di questo percorso, con i 300 milioni di fondi Step già deliberati, per sostenere lo sviluppo della sede di Catania, cuore strategico della multinazionale europea dei semiconduttori - dice Tamajo - Si tratta di un passo fondamentale per il rilancio industriale e l'innovazione tecnologica del nostro territorio. Con questo investimento, Catania può e deve diventare il polo europeo del carburo di silicio, tecnologia cruciale per la transizione energetica e la mobilità elettrica. La Regione continuerà a fare la propria parte per accompagnare questo progetto storico, che significa crescita, occupazione e nuove opportunità per i nostri giovani», ha dichiarato l'assessore regionale.