5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 07:18
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“Battery Valley” per ricaricare l’Italia, a Catania un progetto da tre miliardi: chi c'è dietro il mega investimento

Sarebbe il più grande impianto al mondo per stoccare energia da fonti rinnovabili

Mario Barresi, Luisa Santangelo

25 Settembre 2025, 12:27

30 Settembre 2025, 21:59

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Ma è davvero l’impianto più grande del mondo? Domandare, come ha fatto La Sicilia, è lecito; rispondere è cortesia. «Che noi sappiamo, sicuramente sì. Certo, non possiamo escludere che in Cina ci superino, ma è un po’ difficile sapere su cosa lavorino lì».

Dall’altra parte del tavolo c’è Egidio Labanca, capo delle operazioni di Absolute Energy, il gruppo che vuole costruire, alla zona industriale di Catania, un gigantesco campo di batterie per l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Gigantesco significa: 30 ettari di terreno, su cui sarà stampato il passaporto per l’indipendenza energetica di più di tre quarti d’Italia. Se è vero - e la fonte è Terna - che nel 2028 tutto il Paese avrà bisogno di stoccare 10 Gigawatt di elettricità green, i conti con il progetto catanese di Absolute Energy sono presto fatti: l’impianto ha un’autorizzazione per accumulare 8.985,25 Megawatt l’ora, cioè quasi 9 Gigawatt.

Per il Bess 2,8 miliardi

Accanto a Labanca ci sono Lorenzo Alessandrini, responsabile dello Sviluppo; Federico Colosi, della comunicazione; Domenico Passariello, per l’area tecnica; e Fabio Neri, amministratore di Progen, una delle società di ingegneria coinvolte sul territorio per realizzare il progetto. «Non vogliamo nasconderci - premette Labanca - Sappiamo che girano tante notizie…». Ed è vero: del Bess (Battery energy storage system) della zona industriale di Catania nelle stanzette dei bottoni si parla da mesi. Senza che, però, nessuno ne conosca bene i contorni. Circola qualche numero roboante: tre miliardi di euro di investimenti, 700 nuovi posti di lavoro. «Poco meno - confermano i diretti interessati - Sono circa 2,8 miliardi, ma per tutta la durata dell’investimento. Noi siamo qui per restare». Anche grazie a un progetto “modulare”, ancora top secret nel dettaglio, che promette altri sviluppi nei settori dell’agrifotovoltaico e dell’acquaponica.
Absolute Energy è gestita dal fondo di investimento I Squared Capital, che conta più di 90 società partecipate in tutto il mondo e un portafoglio di 40 miliardi di asset. E adesso la Sicilia è al centro delle attenzioni di tutti, per via della prima attesissima asta Macse, bandita da Terna e fissata per il 30 settembre.

La prima asta di Terna

Macse è l’acronimo di “Meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico”. Per dirla semplicemente: visto lo sviluppo delle energie rinnovabili, è fondamentale poterne accumulare l’elettricità. Terna stabilisce un fabbisogno nazionale e chiama in causa il mercato: chi vuole offrire i suoi sistemi di accumulo (cioè: le batterie) alla rete elettrica nazionale? Chi ha questa buona intenzione dovrà impegnarsi a mantenere gli impianti per 15 anni, a immettere l’energia nella rete italiana e a renderla disponibile anche agli altri operatori. In cambio, però, Terna paga un premio fisso annuo che serve a coprire i costi di manutenzione e quelli di investimento iniziale. Da qui l’asta.
Il premio massimo, frutto di una serie di calcoli complessi, è deciso dall’Arera, Autorità nazionale di regolazione per l’energia. Con una delibera del 29 luglio, lo ha stabilito in 37mila euro per Megawatt ora l’anno. Ipotizzando che Absolute Energy vinca l’asta Macse col premio massimo, moltiplicando quella cifra per la capacità di accumulo dichiarata, si ottiene un fisso annuale di oltre 330 milioni di euro. Una cifra di fronte alla quale i miliardi di investimento non sembrano campati in aria.

La Regione frena, la Zes risolve

Eppure le autorizzazioni sono arrivate appena in tempo. Sarebbe bastata, a quanto pare, mezz’ora in più perché tutto saltasse. L’asta prevede che i documenti, incluse le autorizzazioni, dovessero essere caricati nel sistema informatico 35 giorni prima della «procedura concorsuale». L’autorizzazione semplificata, da parte della Zes Unica del Mezzogiorno, «è arrivata il 26 agosto. La conferenza dei servizi si era chiusa il giorno prima», confermano dalla società. A Roma raccontano di funzionari rimasti in ufficio fino alle 23,30, per fare in tempo a fornire l’autorizzazione e non fare saltare tutto. Del resto, secondo la linea dettata dal governo Meloni, il Bess di Catania, sostenuto da investimenti internazionali, potrebbe rientrare nel club dei «progetti strategici nazionali».


La Regione Siciliana è autonoma anche in questo. La Mass Solar Bess Srl (la controllata di Absolute Energy in capo a cui è il progetto) aveva inviato agli uffici dell’assessorato all’Energia una richiesta di autorizzazione unica, prima di rivolgersi alla Zes. «Dalla Regione non avevamo avuto riscontro, quindi ci siamo rivolti alla Zes Unica, che ha risposto in tempi brevi».
Il “fastidio” dell’assessorato gestito dall’ Mpa di Raffaele Lombardo (già nemico storico dei termovalorizzatori e ostile ai «colonizzatori dell’energia») è tutto contenuto in una nota del 23 luglio 2025. «La competenza al rilascio di autorizzazioni per la realizzazione di progetti ubicati nel territorio della Regione Siciliana non è attribuita al ministero dell’Ambiente ma è attribuita al dipartimento regionale dell’Energia», scrive la dirigente Mara Fais, replicando alla Zes che, invece, aveva sostenuto che «il procedimento è di esclusiva competenza Statale». Un conflitto di attribuzioni «che non ci riguarda: noi le pratiche - rispondono da Absolute Energy - le abbiamo avviate da tutt’e due le parti».

Egidio Labanca, capo delle operazioni di Absolute Energy

Il prezzo dei terreni del Maas

Pure con i Mercati agroalimentari della Sicilia le cose non sono andate del tutto lisce. I 73 ettari di terreno su una parte dei quali dovrà sorgere il campo di batterie, infatti, sono di proprietà della società Maas, partecipata al 95% dalla Regione, poi da Comune, ex provincia, Camera di commercio e una pluralità di altri soggetti pubblici e privati. Ad agosto 2024, la società diffonde un avviso per concedere, per 35 anni, il diritto di superficie su quei terreni nelle adiacenze del mercato ortofrutticolo. Offerta minima 6,5 milioni. Secondo quanto risulta a La Sicilia, Absolute Energy offre 6.577.777,67 euro. Il Maas accetta, ma il contratto non si firma.
Finché a luglio di quest’anno Emanuele Zappia, presidente (lombardiano) del cda, scrive ad Absolute, lamentando di avere appreso che lì s’intende fare un sistema di accumulo tramite batterie anziché, com’era suggerito nel bando, un impianto foto/agrivoltaico. Da cui la richiesta: aggiungere 3,6 milioni, visto che quei terreni potrebbero valere molto di più. Con i tempi, ormai stretti, per partecipare alla gara Macse.
Alla base della maggiorazione ci sarebbero le difficoltà economiche del Maas. Più facili da affrontare con i soldi dei privati che, nel frattempo, avevano una certa fretta di concludere il preliminare. Alla fine, anche la maggiorazione (oltre il 50% dell’offerta originale) viene accordata. Tutto sommato, con le cifre in ballo, un prezzo che si può pagare.

I «buoni rapporti» da coltivare

Gli indizi non sempre sono prove, ma il progetto da tre miliardi ha già attirato gli appetiti della politica siciliana e catanese? «È nel nostro interesse - affermano dalla società - mantenere buoni rapporti con le istituzioni locali».
E con la politica. Massimiliano Sudano, ingegnere, fratello della deputata leghista Valeria, è tra i professionisti che collaborano alla progettazione. «È nel mio staff», conferma Neri. E c’è chi giura che Manlio Messina, deputato ex FdI, si sia mosso da “influencer” locale per la buona riuscita dell’iter del Bess. «Se la politica, tutta, si interessasse davvero, ne saremmo ben lieti», tagliano corto da Absolute Energy.