Addio all'ingegnere siciliano Pasquale Pistorio, il “papà” dell'Etna Valley
Lo storico manager della StMicroelectronics - diventata grazie a lui uno dei principali produttori mondiali di microchip - è scomparso all'età di 89 anni
È morto stamattina a Milano all'età di 89 anni l'ingegnere siciliano Pasquale Pistorio, considerato il “papà” dell'Etna Valley. Un manager di successo che ha contribuito a portare il nome di Catania nel mondo grazie alla StMicroelectronics. Formatosi alla scuola delle grandi multinazionali dell'elettronica, l'ingegnere siciliano ha infatti lanciato uno dei campioni europei del settore, l'italo francese Stm, diventata fra i primi cinque produttori globali di microchip.
Nato a San filippo d'Agira (Enna) nel 1936, ma catanese d'adozione (sin dai tempi del liceo al Boggio Lera), persona dai modi affabili e gioviali, Pistorio si è laureato al Politecnico di Torino nel 1963 e ha iniziato la sua carriera professionale in Motorola. Qui ha ricoperto diversi incarichi fino a diventare direttore generale della International semiconductor division, presso la sede di Phoenix in Arizona.
Il rientro nel Belpaese
Il suo ritorno in Italia avviene nel 1980, anno in cui diventa presidente e amministratore delegato di Sgs group, la sola società italiana di microelettronica destinata ad integrarsi poi con la francese Thomson Semiconductors nel 1987, che diventa all'inizio Sgs-Thomson per poi prendere il nome di StMicroelectronics nel 1998.
Ed è proprio il rientro nel Belpaese che gli fa guadagnare l'appellativo di "papà" della Etna Valley'. Tra le sue prime mosse spicca infatti il rilancio dello stabilimento catanese del gruppo trasformato da impianto capace di perdere oltre il 112% del fatturato nel secondo centro di produzione al mondo di StMicroelectronics. Centro capace di diventare, soprattutto, una sorta di volano per il risveglio tecnologico della città e della provincia.
Nel 2005 lascia gli incarichi operativi in Stm («vado in pensione», scherza) e diviene presidente onorario della società.
Impegno costante
Ma pensionato, Pasquale Pistorio non lo è stato mai, neanche per un attimo, da quando il 18 marzo 2005 lasciò come detto la guida della StMicroelectronics. Chiusa per raggiunti limiti d'età la lunga e prestigiosa carriera in St, Luca Cordero di Montezemolo volle questo giovanotto classe '36 al suo fianco in Confindustria, i piccoli azionisti pensarono sempre a lui per il Cda di Telecom Italia di cui diventa anche presidente nel periodo da aprile a dicembre 2007. Per Pistorio parlavano i successi ottenuti nella microelettronica, la volontà candidamente espressa alla vigilia della pensione di voler continuare a impegnarsi a tutto campo per il progresso dell'Italia («ma la politica mai, non è il mio mestiere»), soprattutto il prestigio universalmente riconosciutogli in tutto il mondo (l'Onu lo inserì nel ristretto gruppo di lavoro sul digital divide, ovvero la riduzione del divario tecnologico tra l'Occidente e il mondo più povero).
Nel corso della sua lunga carriera, Pasquale Pistorio si è fatto anche promotore instancabile di una visione industriale attenta all’ambiente. Profondamente convinto che realtà come STMicroelectronics dovessero guidare il cambiamento verso uno sviluppo sostenibile, ha sempre sostenuto che l’impegno ambientale non fosse soltanto una scelta etica o sociale, ma anche una leva strategica. Secondo Pistorio, infatti, le imprese capaci di integrare la sostenibilità nei propri modelli operativi non solo contribuiscono a un futuro migliore, ma attraggono anche i giovani più brillanti e risultano più competitive sul piano economico. Quello che è successo con la StM di Catania.