Sharper Night, le meraviglie della Ricerca a Catania tra Escape Room, cani robot e biciclette del futuro
L'iniziativa ha animato, come ogni anno, il centro storico portando fra la gente le sperimentazioni dei dipartimenti universitari e degli enti di ricerca etnei. Entusiastica partecipazione di cittadini e turisti
Sulla schiena della t-shirt un grosso punto interrogativo, il simbolo per antonomasia della curiosità. La risposta è sul fronte di tutti quelli che la indossano e colorano, per una notte, la piazza dell’Università di tante macchie gialle: “Passione ricerca”. Che è come dire dedicarsi alla ricerca scientifica è vera passione, è profonda curiosità, voglia di rispondere alle tante domande ancora insolute dell’umanità, che si tratti di problemi chimica, fisica, medicina, ingegneria o ancora di questioni di diritto, economia, agraria.
Dopo tanti anni dalla sua prima edizione, la “Notte europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici” dimostra che qualunque definizione le si attribuisca non riesce a descriverla pienamente: fiera, sagra, kermesse, ‘vetrina’, laboratorio a cielo aperto. La "Notte" è semplicemente un evento in grado di trasformare magicamente un abituale venerdì di ‘movida’ in una festa della passione, appunto. La passione di indagare e interrogare l’universo a tutte le sue scale, coinvolgendo in maniera impareggiabile i cittadini, adulti ragazzi bambini, nella scoperta di un mestiere così affascinante, quello di ricercatore o ricercatrice, mettendo in risalto il ruolo che gli scienziati possono svolgere nel costruire il futuro della società.
Lo ha descritto bene il rettore Enrico Foti, inaugurando l’edizione 2025 di Sharper, che si è tenuta venerdì sera in tre poli cittadini: la piazza dell’Università, il cortile di Palazzo Platamone e la Città della Scienza, lo "Science Center” dell’ateneo che fin dalle prime ore del pomeriggio si è riempito di giovanissimi ansiosi di visitare il planetario, mettersi alla prova con la Escape Room sul tema della fisica delle particelle o di partecipare alle altre dimostrazioni sull’ambiente, sulla biologia marina, sulla luce e sull’acqua. «E’ la mia prima "Notte dei ricercatori" – ha sottolineato il nuovo rettore – e rappresenta uno splendido modo per noi universitari di uscire dalle aule, dai laboratori e coinvolgere la gente nelle nostre attività. In tutti gli stand i nostri giovani studenti e ricercatori si stanno impegnando tantissimo, affiancati quest’anno da alcune aziende nostre partner in progetti di ricerca. L’anno prossimo vogliamo aumentare il numero delle imprese coinvolte, per rafforzare ancora di più il connubio tra impese e università, rendendolo maggiormente efficace per i nostri giovani».
SHARPER (SHAring Researchers’ Passion for Education and Rights), che si svolge contemporaneamente in 15 città italiane – oltre Catania anche Ancona, Bari, Camerino, Cagliari, Catania, Genova, L’Aquila, Nuoro, Palermo, Pavia, Perugia, Sassari, Terni, Trieste e Urbino – con il coordinamento dell’impresa sociale Psiquadro, nasce proprio per esaltare l’importanza di quel futuro che nasce dall’indagine del mondo basata sui fatti e sulle osservazioni, ma anche dalla capacità di adattarsi e interpretare contesti sociali e culturali sempre più complessi e in continua evoluzione. «In totale abbiamo messo in campo circa 180 attività con il comune denominatore della sostenibilità – spiega Alessia Tricomi, coordinatrice locale della manifestazione che si è collegata in diretta con la trasmissione “Caterpillar” di Radio 2 – richiamando più di 500 ricercatori coinvolti, con l’impegno di tutti i dipartimenti e le aree di ateneo e di enti di ricerca come Cnr, Infn, Ingv, Inaf, il Csfnsm che hanno mostrato alla gente il frutto delle loro sperimentazioni».
Impossibile elencare con puntualità tutte le dimostrazioni, i talk, gli esperimenti, le mostre, le visite guidate e i giochi, ma tutti gli stand hanno richiamato tantissimi visitatori anche al Palazzo della Cultura di via Vittorio Emanuele, dove erano concentrate numerose attività dedicate alle applicazioni delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale. Un impegno corale che fa della Notte della Ricerca non solo un grande evento di divulgazione scientifica, ma anche una ricorrenza culturale attesa, capace di unire comunità, città e territori attorno alla conoscenza come bene comune, ben sintetizzata dalle varie collezioni esposte al Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane, e visitabili fino a tarda sera per l’occasione.
Si va dalla mobilità del futuro, alla biodiversità in campo naturalistico e agro-alimentare, dagli insetti alla nuova vita dei prodotti di scarto, al diritto e all’economia "green", alle scienze umanistiche che ‘sbloccano il passato per giocare il futuro’; e ancora dalla gestione dei cambiamenti climatici agli edifici sismicamente più sicuri ed efficienti energeticamente, ai materiali e alle tecnologie per il domani. Il blocco della Medicina ha offerto "spot" sull’approccio One Health, le biotecnologie, l’epidemiologia e la medicina clinica, i chimici – affiancati dalla Polizia scientifica, che ha presentato le varie tecniche applicate sulle scene del crimine – hanno invece mostrato le ricerche su ambiente e salute, materiali ed energia, i fisici le applicazioni per il benessere, la transizione energetica, le nanotecnologie e quelle quantistiche.
Intorno a loro cani-robot, sensori, droni, motociclette del futuro, gemelli digitali e modelli di smart cities: un vero assaggio del mondo di domani, reso accessibile a tutti e già in fase di sperimentazione nei laboratori alle pendici dell’Etna. Lo ha ricordato anche la tavola rotonda conclusiva, dedicata al tema “Sostenibilità è Futuro: ricerca e innovazione per il territorio”, moderata dalla giornalista di Rai Radio2 Sara Zambotti. Qui, accademici, ricercatori e rappresentanti di importanti realtà imprenditoriali hanno sottolineato come la collaborazione tra università, enti e imprese possa tradursi in un impatto reale sulla società e favorire nuovi modelli di crescita sostenibile.