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La vergogna di quel divieto di balneazione nella riviera dei Ciclopi. A che punto è la lotta all’inquinamento del mare

Di Redazione |

CATANIA – Catania ha un litorale affascinante che spazia dalle spiagge della Plaia alle rocce della Scogliera. Potrebbe essere uno dei waterfront più attrattivi del mondo. La città è totalmente affacciata sul mare e offre scorci di rara bellezza. Eppure si assiste ancora a scempi inauditi. E vedere spuntare un divieto di balneazione nel pieno della Riviera dei Ciclopi è davvero un colpo al cuore. Quello che vedete nella foto è stato apposto questa mattina sul lungomare Scardamiano ad Aci Castello: sullo sfondo il castello normanno e i Faraglioni di Aci Trezza. Ma si può?

Certo, il problema è noto, le località balenari della Scogliera etnea d’estate si popolano di più, il sistema fognante non riesce a reggeri il carico della sovrappopolazione e le autorità sono costrette ad aprire gli scarichi a mare per evitare di vedere uscire i liquami tra le strade dei centri abitati. Gli amministratori diranno che è in costruzione il collettore fognario e che quando sarà pronto (quando?) questo problema dell’inquinamento sarà solo un lontano ricordo. Ma se da 25 anni si parla del collettore e ancora i lavori sono in corso, è chiaro che la speranza non è poi così tanta. E poi questo è un problema che andrebbe risolto all’istante con accorgimenti tecnici diversi che possano evitare di aprire gli scarichi a mare. Perché quel cartello oltre che un colpo al cuore è serissimo colpo all’immagine turistica della Riviera.

Ovviamente è giusto che i bagnanti siano avvisati dei rischi, è giusto che l’amministrazione comunale di Aci Castello apponga il divieto di balneazione se l’acqua non è pulita, ma non può bastare. Si deve trovare una soluzione diversa. Subito. non fra un anno, due, tre… quando sarà pronto il collettore. Ci sono dei tour operator che meditano di cancellare la Sicilia dalle loro offerte perché è troppo sporca, se anche il mare lo riduciamo a una pattumiera possiamo dire addio a quella che oggi appare come l’unica vera risorsa per quest’Isola baciata dal sole in mezzo al mar Mediterraneo: il turismo.

L’inquinamento che proviene dalle fogna è il nemico numero uno dei mari siciliani. Più della plastica e a volte pure delle attività industriali fuorilegge: acque nere che non vengono depurate e perciò costituiscono una minaccia continua. Sono 324 le irregolarità nella depurazione delle acque rilevate in Sicilia. In ben 228 dei 390 Comuni dell’Isola sono state accertate infrazioni che vanno dalla non perfetta depurazione delle acque all’assenza totale delle reti fognarie. I dati si possono ricavare dal portale dell’acqua (www.acqua.gov.it), gestito dalla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, in collaborazione con l’Istat. E sono lo specchio dell’emergenza depuratori, costata all’Italia due procedure d’infrazione da parte dell’Ue.

Sui cittadini residenti nei Comuni oggetto d’infrazione pende una multa di 21 milioni più 116mila euro al giorno fino a quando la situazione non tornerà alla normalità. Ci vorranno anni, almeno altri tre affinché i depuratori siano realizzati. Il 2022 è infatti la data limite fissata dal commissario straordinario unico per la Depurazione, Enrico Rolle, per uscire dall’emergenza. Dal 2012 la Sicilia ha un “tesoretto” di 1,1 miliardi per dotare il territorio di reti fognarie efficienti, costruire depuratori laddove non ci sono e adeguare quelli che non sono più adatti: circa 80 interventi sparsi in 42 centri. Malgrado le risorse disponibili, però, in questi anni le amministrazioni comunali hanno accumulato ritardi su ritardi. Tanto che nel 2015 è scattato il commissariamento, come previsto dallo “Sblocca Italia”. Prima è stata nominata l’ex assessore regionale all’Energia, Vania Contrafatto, ma solo limitatamente alla progettazione. Poi, dal 2016, il commissario unico è diventato Enrico Rolle, docente d’ingegneria sanitaria ambientale, che sta provando a imprimere un’accelerata agli appalti. La struttura commissariale conta d’iniziare entro il 2020 tutti i lavori obbligatori per legge.

Ma qual è lo stato dell’arte? Gli interventi già in campo riguardano l’adeguamento del depuratore di Castelvetrano, quello di Cefalù e l’impianto di Trabia. Partita anche la realizzazione del collettore per il depuratore di Misilmeri e della rete fognaria nelle vie Ripellino e Carmine, nella zona che congiunge Palermo con Villabate. Consegnati i lavori per il prolungamento della rete fognaria nei quartieri periferici di Marsala, e quelli per il completamento dei collettori a Carini. Avviati inoltre a Palermo i cantieri per l’impianto di collettamento a sistema misto da via Palmerino Molara a via Ponticello Oneto e la fognatura a sistema separato nel quartiere Villagrazia. Nel 2017 e nel 2018, il commissario Rolle ha pubblicato avvisi di preinformazione per 45 gare di affidamento lavori da 439 milioni e per 26 gare di affidamento di servizi d’ingegneria da 38 milioni.

In Sicilia, il dramma dei depuratori ha effetti immediati sul mare, dove si riversano i canali di scolo e le acque dei fiumi. Interi litorali che dovrebbero vivere di turismo, fanno invece i conti con odori nauseabondi, schiume e colori cangianti dal verdastro al marrone. Tra le situazioni più critiche Priolo, dove è stato sequestrato il depuratore consortile; e Augusta, come si evince dai dati sull’inquinamento del mare rilevati da Goletta Verde. Infrazioni plurime anche nell’agglomerato di Catania, il capoluogo siciliano messo peggio, attorno al quale dovranno essere eseguite alcune delle opere di depurazione più importanti nel carnet della struttura commissariale.

Negli ultimi mesi, nella fascia Jonica messinese, sequestri in successione al depuratore di Malvagna (che immetteva reflui fognari nel torrente Fondachello, affluente del fiume Alcantara) e al depuratore consortile di Nizza, Fiumedinisi e Alì Terme. Ad Agrigento e provincia il record d’impianti sotto sequestro: ben 12 sono in mano all’autorità giudiziaria, che li ha affidati in parte alla Regione e in parte al commissario Rolle per i necessari lavori di adeguamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA