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Escursioni Etna, Russo Morosoli e altri 18 a settembre dal gup

Di Orazio Provini |

Catania – Sono diciannove le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura distrettuale di Catania e firmate dai sostituti procuratori Fabio Regolo, Fabrizio Aliotta e Alessandra Tasciotti, per altrettanti indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’appalto per le escursioni sull’Etna, indagini eseguite dalla Guardia di finanza e dirette dalla Procura distrettuale etnea e che portarono nel dicembre del 2018 a cinque misure cautelari ai domiciliari. Per tutti l’appuntamento è stato fissato il prossimo 6 settembre davanti al Gup Giancarlo Cascino, in quella che sarà la prima udienza preliminare.

Con l’imprenditore Francesco Russo Morosoli, indicato come il personaggio principale della vicenda, ci sono Salvatore Di Franco, Francesco Barone, Biagio Ragonese, Orazio Distefano, Simone Lo Grasso, Antonio Rizzo, Alessandro Galante, Gianluca Ferlito, Antonino De Marco, Alberto Puglisi, Mario Taller, Gianni Trepin, Alberto Felicetti, Stefano Branca, Angelo Nicotra, Orazio Consoli, Giuseppe Dentici, Carmelo Cavallaro e la società “Russo Morosoli Invest” Spa. Inizialmente nell’inchiesta furono coinvolte ventisei persone, per alcune di loro la posizione è stata però stralciata.

Nel decreto di fissazione dell’udienza preliminare figurano anche quindici parti offese. Sette di loro per il capo d’imputazione che riguarda il solo Francesco Russo Morosoli (nella qualità di editore dell’emittente televisiva Ultima Tv) oggi chiusa. Secondo l’accusa egli avrebbe “tratto un ingiusto profitto costringendo alcuni dipendenti dell’emittente a firmare il contratto con la predetta società rinunciando a fare valere il loro diritto alla stabilizzazione del posto di lavoro alla scadenza della quinta proroga del contratto a tempo determinato, dietro minaccia di non rinnovare il contratto qualora non avessero accettato l’assunzione temporanea presso una società interinale…”.

Le altre otto invece sono parti offese con riferimento al capo d’imputazione che riguarda le procedure concorsuali di selezione di venti guide vulcanologiche avviata con avviso pubblico del 9 giugno 2017 dell’assessorato regionale al Tursimo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana.Le accuse contestate, a vario titolo, vanno dalla corruzioneall’estorsione, dal falso in atto pubblico alla turbativa d’asta. Contestati anche l’abuso d’ufficio, le false dichiarazioni e rivelazione di segreti d’ufficio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA