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L’odissea dei vacanzieri sulla A18 Lo stop and go tra Catania e Taormina

Di Mario Barresi |

Questi primi giorni di agosto non incoraggiano proprio una partenza intelligente. Perché La A18, la Catania Messina è un’odissea.

Dopo neanche una decina di minuti, all’orizzonte si staglia la prima muraglia di lamiere: il casello di San Gregorio. La coda, guardando dallo specchietto retrovisore, è chilometrica. L’ombra di speranza dell’ultimo disperato si perde all’orizzonte della Tangenziale, che, guardando a ritroso, sembra infuocata. Oltre che infinita.

Dopo aver evitato per miracolo l’impatto con un paio di “furbetti del casello” – classica specie antropomorfa, soprattutto catanese, che percorre la corsia gialla riservata poi tornare fra i comuni mortali in fila al prezzo low cost di qualche insulto e un paio di corna mimate con la mano – si passa agevolmente attraverso il varco Telepass.

Fino a dopo l’uscita di Acireale sembra una giornata normale. Fin quasi a gongolare intimamente per non essere partiti all’alba. Ma l’illusione dura pochissimo. Perché già poco dopo Giarre si materializza l’incubo (prevedibilissimo) sull’asfalto. Quando i cartelli indicano 8,6 chilometri da Fiumefreddo il serpentone sulla A18 è già immobile. Un operatore del Cas, debitamente all’ombra, sventola bandiera gialla: moderare la velocità. Quasi un insulto, visto che siamo fermi. E dunque si fa subito ricorso alla tecnologia: cos’è successo? Le app di navigazione satellitare indicano il tratto da Giarre a Fiumefreddo con un poco confortante colore rosso: «Rallentamenti a causa di traffico intenso e/o incidente». Ed è proprio quell’«e/o» ad atterrire. Anche i bollettini radio inseriscono la Catania-Messina nella hit parade nazionale del traffico. Assieme al Brennero, al Grande Raccordo Anulare e agli altri evergreen. Nel frattempo ci sentiamo come Fantozzi all’oscuro di notizie sulla Nazionale, disposto pure a credere che stesse vincendo 20-0 sull’Inghilterra con gol di Zoff di testa su calcio d’angolo.

Incidente con carcasse d’auto accartocciate sull’asfalto? Cantiere domenicale da codice penale per chi l’ha autorizzato? Nulla di tutto questo. Non c’è niente. Trattasi soltanto del normale flusso domenicale di catanesi in transito verso la zona di Marina di Cottone e dintorni. Con il “bonus” (anzi: il “malus”) che il piccolo casello di Fiumefreddo, d’estate cronicamente inadeguato come porta d’ingresso per migliaia di gitanti mordi&fuggi, diventa un imbuto ancor più stretto a causa della minore presenza di casellanti.

Quantificando tutto ciò nell’orologio: un’ora e un quarto per percorrere meno di dieci chilometri. “Espatriando” nel Messinese il percorso, al netto dell’asfalto ballerino, sembra scorrevole. Fin quando non si va sbattere sull’altra muraglia. Quella di Giardini Naxos. Molto prima dell’uscita comincia una coda allucinante. E qui non c’è bisogno di GoogleMaps per sapere il perché. Nella galleria “Giardini”, chiusa da aprile in direzione Messina, il Cas ha revocato l’appalto a una ditta che doveva consegnare l’opera a giugno, poi a luglio, infine ad agosto. «La pazienza dei siciliani è finita», è sbottato l’assessore Marco Falcone annunciando che il cantiere – di fatto – viene azzerato. E non si sa quando ripartirà; né, meno che mai, quando finirà.

Anche la nostra pazienza sta per finire. Altri tre quarti d’ora trascorsi in fila indiana, però imprecando in aramaico, fino a un (ingannevole) “via libera” poco prima di Taormina. Sì, perché, dopo essere tornati in un tratto a doppia carreggiata da qualche centinaio di metri, l’altro “tappo” è dietro l’angolo. La coda, lunghissima quanto abituale, di aspiranti bagnanti e turisti diretti nella Perla dello Jonio. La località siciliana più conosciuta nel mondo, soprattutto dopo il G7, ma con un casello – minuscolo, scomodo, pericoloso – degno di un paesino dell’entroterra dell’Aspromonte.

Il mare dopo Taormina ci strizza l’occhio. Le pietose condizioni del resto dell’A18 sembrano quasi piacevoli, dopo quasi due ore di allucinante percorso a passo d’uomo. L’odissea è finita. O quasi. E anche il temutissimo villaggio vacanze, dopo l’inferno sull’asfalto, sembra un purgatorio sopportabile. Al netto del braccialetto arancione dell’“all inclusive”, rito iniziatico in stile “lasciate ogni speranza, o voi ch’entrate”.

Twitter: @MarioBarresiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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