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Morte Raciti, a Palermo dibattito sull'”ingiusta” detenzione di Speziale

Di Redazione |

Al Centro sociale anomalia, il 19 ottobre alle 17 in via Archimede 1 a Palermo, si terrà il dibattito «Antonino Speziale – storia di una ingiusta detenzione». Sono previsti interventi del padre del tifoso condannato a sei anni per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore della polizia di Stato Filippo Raciti il 2 febbraio 2007 a Catania, Simone Nastasi, autore del libro «Il caso Speziale- cronaca di un errore giudiziario», i giornalisti Piero Messina e Giuseppe Lo Bianco. L’iniziativa – dice il Centro – sarà anche occasione per una raccolta fondi per le spese legali da donare alla famiglia.

Sui muri della città sono stati appesi che pubblicizzano l’iniziativa su cui campeggia il volto di Speziale che nel 2007 era minorenne.

L’affissione di centinaia di manifesti è stata ideata dopo che la Digos una decina di giorni fa ha sequestrato uno striscione a firma Ultrà Curva Nord 12 che recitava «Speziale Libero» sul cancello dello stadio palermitano. «Riteniamo – dice una nota del centro Anomalia – che questa operazione di censura sia fuori da ogni logica e che sia un ennesimo tentativo di zittire chi lotta per l’affermazione della giustizia. Fuori da ogni logica non soltanto per un generico appello alla libertà di opinione e di espressione, ma anche perché, su questa vicenda che vede ormai da diversi anni affibbiata a Speziale una accusa pesantissima, sia necessario discutere al fine di fare emergere finalmente la verità. Una verità insabbiata dalla Questura di Catania, la quale ha contribuito in maniera sostanziale all’incarcerazione, ormai da più di 10 anni, di un ragazzo innocente».

Sullo striscione sequestrato interviene anche l’avvocato Giuseppe Lipera, difensore dell’ultras condannato. «Dopo il sequestro dello striscione, parole forti e vergognose sono state rivolte ai tifosi palermitani, bollati come delinquenti, mafiosi – dice – Equiparare uno striscione ‘Speziale liberò e la parte marcia della tifoseria calcistica che inneggia alla violenza e allo scontro con le forze dell’ordine, rappresenta l’incapacità di saper distinguere i tifosi che denunciano un sospetto episodio di ingiustizia di una sentenza, da coloro che vanno in giro con caschi in testa e le spranghe di ferro in mano. Di fronte le polemiche nate intorno allo striscione dei tifosi palermitani, non possiamo che domandarci se in Italia la libertà di manifestare il proprio pensiero, verbalmente piuttosto che con uno striscione, è ancora un diritto. Si, lo è». «E fino ad oggi non esiste il reato d’opinione. In uno stato democratico chiedere la libertà di un detenuto perché ritenuto innocente non dovrebbe essere né un reato né uno scandalo. “Speziale libero» non significa inneggiare alla violenza o alla morte di Filippo Raciti, né infangarne la memoria, ma non è altro che un modo per denunciare un sospetto di giustizia sommaria», conclude. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA