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Asp Catania, tempi d’attesa infiniti: «Visita diabetologica? Venga a maggio 2020»

Di Orazio Provini |

Catania – La faccenda è seria. Non si tratta di un argomento nuovo, per carità, in redazione riceviamo e pubblichiamo nella sezione delle lettere a “La Sicilia” decine, per non dire centinaia, di lamentele-denunce sul tema e siamo certi non si tratta di una questione a handicap esclusiva del nostro territorio. È, più in generale una nota, stonata, di gran parte del Meridione soprattutto, ma non esclusivamente di quest’area “sfigata”, anche per colpa di chi la abita, del Paese.

Parliamo di sanità pubblica; più precisamente delle prenotazioni all’ormai centralino unico per ambulatori e/o reparti ospedalieri (una sorta di forca caudina per come è organizzato il sistema si dice) che, tramite l’Asp, ti permette di prenotare visite specialistiche o quant’altro necessita a quanti bisogniamo di cure e/o di semplici visite preventive, anche solo per controllo, scegliendo il pubblico per questioni meramente economiche, un ticket costa sempre meno di una visita privata. Nessuna voglia di puntare il dito contro alcuno o qualcosa, o solo per fare un po’ di clamore. Resta il fatto però che dovere telefonare a un centralino che ti risponde (sicuramente per eccesso di richieste) dopo un bel po’, se sei fortunato e non devi poi rinunciare, rinviando il tentativo a un altro giorno, è già un bel problema. Perché quando ti riesce di beccare l’operatore, nel più dei casi e nella stragrande maggioranza di essi, ti propongono una prenotazione fra cinque, sei o sette mesi, per non dire dopo un anno. Ci risultano casi, segnalatici da utenti furibondi, di appuntamenti disponibili anche dopo quattordici, quindici mesi dalla telefonata.

Ora, sia chiaro. C’è la crisi, mancano i soldi, le strutture disponibili e, da qualche tempo, abbiamo scoperto che mancano perfino i medici (ma scusate l’accesso alla facoltà di Medicina allora perché è stato posto a numero chiuso…). Ma in un Paese civile, settima/ottava economia del mondo, è mai possibile che per ottenere una visita ambulatoriale pubblica, attraverso le vie ufficiali, senza cioè doversi poi, in alternativa, cercare l’amico, la conoscenza o decidere di puntare al mercato privato, serve aspettare molto spesso così tanto fino magari a dovere rinunciare?

Due esempi. Per questioni d privacy non facciamo nomi. Primo esempio. Un medico di base, della mutua, prescrive dopo alcune analisi cliniche a un a persona anziana un visita specialistica (diabetologica) per potere verificare se un organo funziona bene o se c’è qualcosa che non va e quindi, nel caso, occorrerebbe intervenire con urgenza. Dopo essere andati direttamente in ospedale, allo sportello che si pensava fosse adibito alle prenotazioni, viene detto che bisogna telefonare e prenotare al numero unico dell’Asp, in questo caso, 3. Si torna a casa, salta un’altra giornata e si chiama quel numero. Più di un’ora di tentativi, in vari momenti e senza fortuna, ti impongono e insieme suggeriscono di riprovare il giorno dopo. Fortunatamente la scelta è quella giusta, perché dopo alcuni minuti ti risponde un addetto che ti dice, ascoltata la richiesta, che il primo turno disponibile è (si badi bene, la chiamata è di tre giorni fa) per metà maggio 2020. Inutile insistere, meno che mai provare a impietosire l’interlocutore, immaginiamo obbligato dalle circostanze. Urgenza? Anzianità del paziente? Possibili rischi per la sua salute? «Spiacente, prima data utile maggio 2020, non ci sono alternative, se non…».

Già, se non… Ora, nessuno pretende che a ogni chiamata corrisponda una prenotazione lampo. Ma se la media denunciata è quella che occorre aspettare dei mesi, fossero anche solo due o tre, beh, scusate ma crediamo non sia giusto. Anche perché, per esperienza personale, quindi non ci può essere smentita, una decina di giorni fa, casualmente, aspettando in un Centro polifunzionale convenzionato privato, per una visita specialistica, abbiamo scoperto un’altra (possibile?) “falla” di un sistema che probabilmente andrebbe meglio pensato e forse applicato. Una signora chiede con ricetta di prenotare una visita cardiologica e mostra alla reception la prescrizione sanitaria. L’addetto effettuato un click al computer, risponde che il sistema rifiuta la prenotazione perché la signora ha un’altra, contemporanea, prenotazione pubblica, non cancellata e fissata per una certa data. Serve quindi annullare quella, tramite la solita telefonata al centralino, prima di potere poi prenotare lì. Si dirà: “bene, visto che i “sistemi” dialogano tra loro ed evitano furbate?” Certo, ma quante prenotazioni ci sono che poi non vengono rispettate e annullate (la maggioranza degli utenti non lo sa) ingolfando il sistema e penalizzando altri, magari costretti ad attese oltre che snervanti, penalizzanti e rischiose sul piano della salute? Si dirà: “chi non annulla paga lo stesso, ma ciò non basta a giustificare. Pronti a discuterne ancora.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA