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A Catania un Master annuale per formare enologi

Di Carmen Greco |

Catania – Più che un punto di arrivo sarà un punto di partenza. Di sicuro è una novità, quella del “Master in Viticoltura Enologia ed Enomarketing” proposto dal Di3A dell’Università di Catania. Un master che “ribolliva” da qualche anno, come e più di un mosto in fermentazione, alimentato dalle richieste degli studenti e dalla difficoltà delle aziende vitivinicole a reperire figure professionali in loco, soprattutto in un momento in cui l’Etna del vino sta suscitando l’interesse dei mercati. Adesso formazione e lavoro potranno incontrarsi – cerniera l’Università – con l’obiettivo di far crescere il territorio tutto.

Prima di mettere a punto il master «abbiamo sentito gli imprenditori, confrontato le altre offerte formative in Italia, e invitato 150 fra laureandi e laureati del Di3A a partecipare a un’indagine conoscitiva», dice il prof. Iuri Peri, coordinatore del master cui sarà possibile iscriversi entro il 27 novembre. È un corso post laurea, annuale, alla fine del quale tecniche in vigna e cantina, strategie di gestione aziendale e linee di enomarketing non avranno più segreti per chi vorrà scommettersi in questo settore. «È un progetto nel quale crediamo molto – aggiunge Peri -. L’obiettivo è formare figure professionali specializzate nel comparto viticolo ed enologico dotate di competenze e conoscenze specifiche dei sistemi produttivi viticoli, della cantina e dell’enologia e quelli relativi alla gestione dell’impresa, agli aspetti del mercato e della comunicazione».

Per partecipare al master che prevede un tetto di 35 iscritti, serve una laurea triennale in Scienze e tecnologie agrarie, oppure scienze e tecnologie alimentari o, ancora, Pianificazione e tutela del territorio. Tutto il territorio siciliano verrà coinvolto, dal Dipartimento Agricoltura della Regione all’Irvvo (Istituto regionale Vini e oli di Sicilia) il Crea, il Consorzio Etna doc, le associazioni strade del vino del Val di Noto, del Cerasuolo di Vittoria, dell’Etna, l’Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori di Vino), l’Icqrf (l’Ispettorato centrale tutela della qualità e delle repressione frodi dei prodotti agroalimentari), l’Accademia della vite e del Vino e il Digital Wine business Innovazion & internet Marketing. «Siamo partiti dalle richieste del territorio – osserva il prof. Peri – ma la nostra visione non vuole essere solo locale, per questo ci sono una serie di partnership internazionali che consentiranno ai ragazzi, anche con delle borse di studio, di andare a fare degli stage all’estero».

Quella dell’enologo oggi è una delle professioni più complesse e ad alto tasso di innovazione che esista. Non si deve mai smettere di studiare, di aggiornarsi, di viaggiare, di assaggiare, (soprattutto i vini degli altri) e di pensare che l’ambiente è il primo patrimonio da salvaguardare e da quest’ultimo punto di vista, la Sicilia ha le sue carte da giocare. «Abbiamo delle realtà, a partire dal microclima e dalla biodiversità, che vanno valorizzate – aggiunge Peri – il nostro dipartimento ha delle punte di ricerca che non hanno niente da invidiare alle altre Università italiane ed europee, sarebbe bello che il Consorzio dell’Etna doc non andasse a cercare professionisti all’estero ma in via Santa Sofia 100 dove abbiamo tanto da dire».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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