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A Macchia di Giarre una “cucuzza” da guinness dei primati

Di Giuseppe Vecchio |

Santa Venerina (Catania) – Quando la natura insegue il record. È il caso di una “cucuzza longa” coltivata in un piccolo podere di Macchia, frazione di Giarre, che ha raggiunto la misura di due metri e 30 centimetri. Lo afferma e lo dimostra Saro Tarda, radiotecnico di Santa Venerina, che di quel terreno è proprietario e di quella cucurbitacea è coltivatore. L’elettricista ha verificato che il guinness del primato della sua zucca è attualmente riconosciuto a una cucurbitacea di metri 2,20 prodotta in provincia di Palermo. Quindi, la sua, se riconosciuta sarebbe la nuova detentrice del record.

C’è una serie di concomitanze che, forse, a detta di Saro Tarda, ha contribuito a permettere la produzione di questa “cucuzza” così lunga nel suo terreno di Fondo Macchia, a poche centinaia di metri dalla fonte San Paolo e a un km circa dal centro abitato. In questo terreno, coltivato ad agrumeto ma anche ad alberi da frutta e ortaggi, la zucca, messa a dimora a fine luglio,è stata fatta crescere ai piedi di un ciliegio ammalorato e irrigata regolarmente. «Intanto il seme – rivela l’elettricista in pensione – proviene già da una zucca ragguardevole in quanto ad altezza (1 metro e 75 cm); all’atto della piantumazione, ho accompagnato la piantina di “cucuzzedda” con cenere e compostato e poi l’ho concimata. Lo slancio alla crescita che poi ha prodotto la cucuzza da record è sopraggiunto per una mera casualità, anzi per una sbadataggine; ho effettuato, infatti, involontariamente una irrigazione molto più lunga di quanto bastava e così la pianta ha ricevuto acqua in abbondanza. Da quel giorno la pianta di zucca lunga, appoggiandosi a una canna, è risalita verso il ramo più vicino del ciliegio; superato l’albero e formatasi la cucuzzedda, questa ha cominciato a scendere verso il basso».

Per farla crescere a testa in giù senza rischiare danni, Tarda ha costruito una sorta di impalcatura con un ancoraggio centrale per farla resistere alla forza del vento. Così la “cucuzza”, il cui tempo di produzione si chiude normalmente a fine settembre, è ancora appesa a quel ciliegio che gli fa da padre-tutore; non è più commestibile da un paio di settimane ma è ancora in maturazione per la produzione di semi (che a questo punto sono preziosi). «A giorni – aggiunge il coltivatore – la taglierò e la metterò, ancora sospesa, ad asciugare per completare la maturazione. Con i suoi semi, l’anno prossimo, cercherò di superare i 2 metri e 30 cm di quest’anno». Tarda spera solo nel riconoscimento del record appena ottenuto con la sua “cucuzza longa”.

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