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Catania, “Il Faro” chiude: senzatetto torneranno in strada?

Di Pinella Leocata |

Catania – Sta per chiudere il dormitorio notturno “Il Faro” che per tanti anni ha accolto cinquanta senza dimora, prima nella sede di Acquicella e poi in quella di via Stazzone, a Cibali. Venticinque maschi e altrettante donne dovranno trovare un tetto per la notte, in pieno inverno, in una città impoverita, dove un numero crescente di persone è costretto a trascorrere la notte in strada cercando riparo sotto i portici o sulla soglia dei negozi. Eppure l’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Lombardo assicura che nessuno degli attuali ospiti della struttura resterà in strada. Conta di affrontare la situazione mettendo in sinergia tre fattori: immobili confiscati alla mafia, fondi europei e volontariato.

«Il Faro – spiega – chiude perché si è concluso il progetto finanziato con la legge 328. Il progetto si è esaurito. Ma le persone coinvolte non sono più cinquanta perché molte di loro, con il reddito di cittadinanza, si sono rese autonome. Per gli altri stiamo provvedendo affinché trovino sistemazione in uno degli immobili confiscati alla mafia e assegnati al Comune e ai Servizi sociali proprio per rispondere alle necessità dei senza dimora, non solo i clochard, ma anche i nuovi poveri, quelli che hanno perso la casa e sono in situazione di emergenza grave». Si tratta di diversi immobili, tra cui anche piccoli appartamenti in varie parti della città, spiegano ai Servizi sociali. Per loro sarà seguito il modello che si sta avviando con il primo di questi, ubicato in via La Marmora, per la gestione del quale il Comune ha fatto un avviso pubblico chiedendo quali delle associazioni del “presidio leggero” – quelle che si occupano dei senza dimora che vivono in strada – fossero disponibili a gestire la casa svolgendovi le loro attività all’interno. Hanno dato disponibilità la Croce Rossa, il consorzio Èbbene e l’associazione Accoglienza e solidarietà che vi opereranno da volontari, così come prevede il protocollo tecnico operativo che hanno sottoscritto con il Comune. Pertanto quest’ultimo mette a disposizione la struttura e paga le utenze e il volontariato provvede alla sua gestione. Questo modello sarà replicato anche con altri immobili confiscati alla mafia e assegnati ai Servizi sociali.

Anche l’immobile di via Del Pino – per molti anni sede dello Sprar per immigrati gestito dal Centro Astalli – a breve ospiterà altri senza dimora grazie al Pon “Avviso 4” attraverso il quale la Regione, in partenariano con il Comune, ha approvato, e finanziato per un anno con 180.000 euro, il “Progetto di accoglienza h24”. Fondi che vanno a sostenere esclusivamente i servizi, a partire dal personale, mentre la struttura è messa a disposizione dal Comune. E altri stanziamenti europei, con il POIDEAD, sono destinati all’acquisto di alcuni beni di prima necessità per i senza dimora, a partire dagli abiti. Inoltre, con la progettazione Pon Metro, è stato incrementato il servizio di “Unità di strada” che prevede il giro notturno delle vie di città per portare un pasto caldo e dare aiuto a chi dorme in strada. Il servizio è stato messo in rete con le associazioni del “presidio leggero” e rafforzato con la presenza di uno psichiatra per affrontare al meglio i casi di disagio mentale. Questi i progetti. Nei prossimi giorni si vedrà se gli ospiti del dormitorio “Il Faro” avranno realmente un altro posto dove trascorrere la notte.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA