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Catania, chirurgo denuncia: «Sono senza personale: non posso operare»

Di Giuseppe Bonaccorsi |

Catania – Da settimane alcune famiglie di Biancavilla, che assistono malati di mesotelioma pleurico sono in trepida attenzione per la presunta decisione del prof Marcello Migliore, chirurgo toracico del Policlinico, di sospendere le operazioni. Migliore che passa come un ottimo chirurgo per questa tipologia di tumori gravi (causati in particolare dalle fibre di amianto) avrebbe deciso di fermarsi – a detta dei parenti – per questioni di sicurezza. Siamo andati al Policlinico (padiglione 8) ad incontrare il prof. Migliore per capire cosa stia accadendo. «Non ho molto da dire…» ha risposto il docente. Ma incalzato dalle domande ha poi ammesso: «Di fatto non sono in condizione di trattare i pazienti col mesotelioma che io seguo…».

Che significa, perché?

«Perché l’azienda non ha posto sino adesso le condizioni per poterlo fare. Cioè l’azienda ha una Chirurgia toracica ospedaliera, mentre la Chirurgia toracica universitaria non è stata finora supportata, né con mezzi, né con personale».

Quindi lei lavora da solo?

«Sì, al momento sono da solo e non mi chieda il perché, perché non lo so. Ma ci tengo a dire che non sono contro l’azienda. Cerco soltanto di comprendere perché sono state fatte delle scelte…».

Quindi lei non è nelle condizioni di operare perché si trova da solo?

«Certo, ma mentre prima avevo con me gli specializzandi, ora che questi non ci sono più mi trovo in una condizione anomala. E così oggi in Sicilia ci troviamo senza specializzandi e con molti pazienti che sono costretti ad andare altrove per farsi operare».

C’è stupore tra malati e familiari perché lei non sta operando…

«Tengo a precisare che sono molto amareggiato per la situazione dei pazienti. Si spera che a breve risolvano questo problema, ma sino ad oggi si è soltanto parlato, ma non agito».

Ma lei ha fatto presente la sua problematica?

«La situazione la conoscono tutti, anche a livello universitario e regionale. Il magnifico Rettore sta facendo il massimo per supportare la ricerca scientifica e l’insegnamento, ma ancora non si sono trovati i mezzi per risolvere il problema».

Mi pare di capire che lei non ha un reparto, né specializzandi…Ma prima dove operava?

«Per 9 anni ho operato alla Neurochirurgia. Poi sono stato spostato in Cardiochirurgia».

Non può continuare ad operare lì?

«Non più, perché non ci sono le condizioni di assistenza per i pazienti di chirurgia toracica. Quindi sino a quando non ci saranno le condizioni io non posso operare. Inoltre non c’è neanche sanità ambientale cosa che per il paziente oncologico è necessità».

Mi faccia capire meglio…

«E’ opportuno che il paziente operato stia in un ambiente che sia protetto al 100×100. Che ci siano le condizioni affinché possa essere seguito 24 ore su 24».

Qualcuno sostiene che lei dovrebbe andare ad operare al S. Marco dove c’è la Chirurgia toracica ospedaliera…

«Guardi, c’è una incompatibilità di obiettivi. La chirurgia universitaria ha alcuni obiettivi che potrebbero andare in conflitto con quelli ospedalieri. Bisognerebbe trovare una soluzione a vantaggio dei pazienti».

Cosa potrebbe farle cambiare idea?

«Ci vuole molto poco. Personale e posti letto… E forse la volontà politica di far partire qualcosa che c’è sempre stata. Purtroppo quando hanno unificato le due aziende Policlinico-Ove hanno optato per la chirurgia toracica ospedaliera».

Cosa dice ai pazienti che si rivolgono a lei in questo periodo?

«Spiego la situazione e aggiungo che aspetto l’ok dell’azienda per ricominciare ad operare in sicurezza».

Secondo lei esiste competizione tra medici ospedalieri e universitari?

«No comment. Penso comunque che ognuno debba fare il proprio lavoro, di pari passo…».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA