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A Catania “scoppia” il carnevale sociale e le maschere raccontano le urgenze della città

Di Redazione |

CATANIA – Ritorna a Catania il carnevale sociale con un doppio appuntamento: sabato 22 febbraio alle ore 16.30, con partenza dal Centro Polifunzionale Midulla di via Zuccarelli 36, per attraversare il popolare quartiere di San Cristoforo. Domenica 23 febbraio alle ore 16.30, con partenza da via Etnea – ingresso Villa Bellini, per attraversare tutto il centro storico cittadino.

Quest’anno il comitato organizzativo del Carnevale Sociale di Catania al grido di “C’è un mondo sottosopra. Ribaltiamolo!”, ha lanciato l’invito a tutti i catanesi di tornare a cogliere l’antico spirito del carnevale popolare, esortandoli a ribaltare i poteri costituiti e i ruoli sociali quotidiani in maniera creativa e divertente, unendosi ad un grande corteo mascherato e festante che sfila dritto verso ogni diritto. Verso un mondo diverso e possibile che veda protagoniste le persone, tutte e tutti a questo mondo, accompagnate dalle nostre piccole, grandi, storie umane.

La carovana partirà domenica 23 febbraio alle ore 16.30, con partenza da Via Etnea – ingresso di Villa Bellini, per attraversare tutto il centro storico della nostra città tra danze, canti, musica, costumi, giochi, risate e scherzi fino a raggiungere Piazza Federico di Svevia, per poi continuare a celebrare la festa tra musica e balli in Piazza dei Libri.

Una grande parata che canta e danza all’unisono in un’azione collettiva di simultaneità e sincronicità musicale. Sfila per le strade seguendo un ritmo e un passo condiviso: il cuore batte sulle voci del coro Unicavuci Catania; i piedi danzano seguendo i passi del gruppo Bal Folkatania; le note risuonano nell’accordo di decine di strumenti musicali, quelli tradizionali locali dell’Orchestrina Popolare e di tutti i musicisti che si vorranno aggregare, le percussioni della banda itinerante Sambazita, quelli africani del blocco afro, quelli brasiliani del Gruppo indipendente Capoeira Catania; il riso si scatena sulle esibizioni delle maschere di Commedia dell’Arte di Malerba; gli occhi strabuzzano alla vista delle acrobazie dei giocolieri e degli artisti di strada; le scenografie create attraverso i laboratori creativi animano le strade, i costumi e gli oggetti cuciti e realizzati dalla Sartoria Sociale Midulla arricchiscono i personaggi; ed ancora le maschere e i costumi creati da tutti gruppi partecipanti Fieri- Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso, Gammazita, i Briganti e le Brigantesse di Librino,  La Librineria e tanti altri portano in strada le urgenze sociali più sentite.

Catania si popola di costumi e maschere che rappresentano tutte le urgenze sociali di cui ogni gruppo o singolo partecipante è portatore: i diritti umani, i diritti civili, la questione climatica, il diritto alla casa, la pace, la lotta alla violenza sulle donne, il diritto di cittadinanza, l’uguaglianza e la parità, l’accoglienza, l’inclusione, l’antifascismo, l’antirazzismo, l’antimafia. Chiunque può essere parte attiva di tutto questo.

Tantissimi sono stati i laboratori preparatori rivolti ad adulti e bambini: dalle prove musicali della Piccola Orchestrina del Carnevale con lo studio delle tradizionali jolle siciliane; passando dalle maschere di cartapesta che raccontano le specie animali minacciate dai grandi incendi dello scorso anno; per arrivare alla costruzione di un piccolo sciame di “apine del mondo sottosopra”: gli esseri viventi più sociali che esistano, specie indispensabile per tutto l’ecosistema oggi in estremo pericolo a causa dello sconsiderato agire umano.

La magia del carnevale sociale sta proprio nella possibilità di lavorare in gruppo partecipando ad un percorso collettivo creativo dal forte impatto sociale ed educativo. Oltre a ragionare sul tema proposto per questa edizione – C’è un mondo sottosopra. Ribaltiamolo! – tutti i partecipanti sono stati invitati a “sporcarsi le mani” per tradurre il tema scelto in maschere e costumi, ma anche pensieri, strumenti musicali, performance teatrali e musica.  Un momento in cui l’aggregazione, l’incontro di tanti e differenti gruppi artistici, il lavoro preparatorio di adulti e bambini, si trasformano in una pratica di cittadinanza attiva che restituisce al Carnevale la sua dimensione di festa popolare.

Le musiche, i canti, i costumi della tradizione popolare locale sono protagonisti. Il Coro UnicaVuci Catania «Il brano che eseguiremo quest’anno viene da Messina è detto “Ciuri di pipi”. Anche a Messina, come a Palermo, ci si mascherava da Pulcinelli per il Carnevale. I pulcinelli si fermavano davanti alle botteghe di panettieri, pizzicagnoli, fruttivendoli improvvisando rime in cambio di pane, salame, frutta con l’accompagnamento di chitarre, nacchere e colascioni», racconta Simona Di Gregorio, direttrice del Coro UnicaVuci, musicista e ricercatrice nel campo del recupero della tradizione orale siciliana, tra le promotrici del Carnevale Sociale di Catania.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA