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Catania, così il San Marco diventa gradualmente un Covid Hospital

Di Giuseppe Bonaccorsi |

«Complessivamente al “San Marco” il Dipartimento di Medicina avrà tre unità operative complesse: una di Malattie infettive diretta dal dott. Arturo Montineri, già attiva, una di Pneumologia ed una di Medicina interna per un numero totale di 120 posti letto, quindi una struttura molto grande – spiega il prof. Castellino, ordinario di Medicina interna e presidente della Scuola “Facoltà di Medicina” – . I reparti che verranno dedicati al Covid sono già funzionanti e quindi già attrezzati, attualmente sono occupati dalle Uoc di Chirurgia toracica e Maxillo facciale, ma si debbono comunque trasferire alcune apparecchiature in dotazione alla Pneumologia ed alla Medicina come ventilatori, ecografi, monitor, emogasanalizzatori e saturimetri». «Non è un’operazione semplice attivare 48 posti letto, 24 per ciascun reparto, ma è ovvio che dobbiamo essere pronti in tempi brevissimi – afferma il prof. Crimi, ordinario di Malattie dell’Apparato respiratorio -. Il trasferimento riguarderà anche il personale medico e infermieristico, specializzandi dell’ultimo anno di Medicina interna e Pneumologia, i nuovi abilitati post-laurea e specialisti provenienti dalla Sicilia e anche dal nord Italia, quindi già formati, specialisti della gestione dell’emergenza».

«Al “Policlinico” resteranno attivi i reparti di Medicina Interna, diretta dal prof. Salvatore Santo Signorelli, e una parte della Pneumologia, diretta dal prof. Crimi, che saranno dedicate a pazienti non Covid». «Di questo dobbiamo ringraziare il personale medico e infermieristico che si dividerà tra il “Rodolico” del Policlinico, 22 posti letto per Pneumologia, e il San Marco, altri 24 posti letto» ha detto Crimi.

E sul ruolo e sull’importanza del personale medico il prof. Crimi ci tiene a sottolineare «la necessità di garantire la sicurezza nelle fasi di vestizione e svestizione, smaltimento dello sporco e trattamento dei capi perché rischiamo di trovarci non solo con unità in meno in corsia, ma con un soggetto che ha una potenzialità di contagio dieci volte superiore a quella di un soggetto normale».

Altro aspetto fondamentale per lo pneumologo etneo è la suddivisione dei soggetti positivi e negativi al Covid, da cui deriva l’esigenza dell’attivazione del reparto al San Marco: «È fondamentale distinguere i soggetti negativi da quelli positivi o sospetti in attesa di accertamento definitivo visto che i risultati dei tamponi non sono immediati. I sospetti, purtroppo sono quelli più “pericolosi” e non possono ritrovarsi insieme con i pazienti ricoverati per una normale polmonite perché in caso di positività dei primi rischieremmo di contagiare anche i secondi»

«Vogliamo essere ottimisti sui dati forniti dall’assessorato regionale alla Salute relativi alla previsione del picco tra il 10 e il 15 aprile in Sicilia – sottolinea ancora il prof. Crimi -. Per questo è fondamentale essere pronti». «Speriamo che l’afflusso di pazienti, comunque inevitabile, continui in modo lento e progressivo, sarebbe un ottimo risultato – aggiunge il prof. Castellino -. Le criticità sono come certamente avrete sentito la disponibilità di Dispositivi di Protezione individuale (Dpi) in numero adeguato e con caratteristiche commisurate al rischio. Anche per i tamponi i tempi di attesa sono troppo lunghi per carenza di reattivi. I Dpi e la celerità nella risposta dei tamponi sono due fattori cruciali».

«La decisione di dedicare una intera parte del “San Marco” al Covid è importante perché ci permetterà una gestione uniforme e di differenziare meglio i pazienti positivi da quelli dubbi – ha concluso il prod Castellino -. La fase di accertamento diagnostico è per molti versi la più delicata, perché i pazienti non ancora classificati come Covid possono essere causa di trasmissioni intra-ospedaliere del Coronavirus».

L’utilità dei tamponi, dibattito ancora aperto. Resta aperta la questione tamponi con la carenza di reagenti al Policlinico mentre al Garibaldi le procedure stanno andando avanti. Anche il prof. Castellino ritiene un fattore cruciale la celerità nella risposta dei tamponi. Ma c’è di più. Da alcuni medici del San Marco si è sparsa la notizia che alcuni pazienti guariti dal Covid non possono essere dimessi perché mancano i tamponi di convalida. Proprio l’impossibilità ad avere tamponi per questi soggetti rischia di diminuire i posti letto a Malattie infettive con pazienti che potrebbero continuare la loro convalescenza o a casa oppure nel Covid hotel di Acireale.

I nuovi ambulatori per i tamponi. Il Cannizzaro ha avviato la procedura per la lavorazione dei tamponi e il macchinario è stato già acquistato.  Anche il San Marco sarebbe stato abilitato. Gli ambulatori privati accreditati sarebbero i «Laboratori riuniti» e l’Analab di Catania e il centro diagnostico Ionia di Riposto.

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