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Pochi incassi e tanti problemi, in salita la ripartenza dei negozi

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – Quella di ieri è stata una riapertura tutta in salita per le attività commerciali cittadine, la voglia di ricominciare è palpabile anche se a vedere le fotografie di ieri così non sembrerebbe. Un esempio su tutti: le “vie dello shopping”, corso Italia e via Etnea si sono presentate con la metà delle serrande aperte, chi ha lavorato lo ha fatto con in media la metà dei dipendenti in servizio, l’altra metà viene prudentemente mantenuto in cassa integrazione.

Bene i parrucchieri sia per uomo che per donna, «abbiamo prenotazioni già per due tre settimane – sottolinea Corrado Gianpiccolo, da sei anni cura le “signore” di corso Italia – anche se con le nuove regole e nonostante gli orari dilatati, lavorando da lunedì al sabato, potremo fare in un mese quanto prima facevamo in una settimana. In genere lavoravamo in cinque, ora nel rispetto degli spazi siamo in tre, gli altri due sono rimasti in cassa integrazione. Vedremo nelle prossime settimane l’evolversi della situazione, l’importante era iniziare». «Lavoreremo dalle 7 alle 21, orario continuato – aggiunge Salvo Marino, storico barbiere nei pressi del Comune – cerchiamo di accontentare tutti e utilizziamo solo prodotti monouso».

Segnali positivi per bar e gastronomie, nonostante pesi il 70% in meno di incassi in media: se l’indicatore è il numero di caffè serviti, ieri si è ampiamente superata la soglia dei 100, qualche aperitivo è stato consumato, tavola calda annessa. Verso ora di pranzo i primi tavolini all’esterno, con le nuove inusuali distanze, hanno iniziato a popolarsi.

«La protesta con la sedia»: ieri a essere chiusi erano quasi tutti i ristoranti, alla ricerca della soluzione, che però non c’è ancora, per la riapertura. «Siamo ancora confusi – conferma Daniele Napoli, da via Etnea alta – e incerti sul da farsi e sul domani, noi siamo in e 16 tutti ancora in cassa integrazione». Stamattina dalle 10 in piazza Università è prevista una “manifestazione statica” che riunirà operatori del mondo della somministrazione, balneari e negozianti. «Nel rispetto del distanziamento sociale riempiremo tutta la piazza – annuncia Giovanni Trimboli, presidente dei Ristoratori aderenti a Fipe Confcommercio – una nostra delegazione sarà poi ricevuta dal sindaco, al quale consegneremo le nostre istanze da portare al governo centrale».

I negozi di abbigliamento, calzature e accessori si sono adeguati alle indicazioni anti contagio, alcuni sono alle prese con l’aggiornamento della merce e appare qualche cartello “saldi”. «La ripresa è molto lenta – precisa Giuseppe Marceca, all’esterno del suo negozio di borse e accessori in corso Italia. Su quattro dipendenti, due restano in cassa integrazione – almeno finché non vedo una ripartenza. Chi non ha aperto oggi (ieri) quasi sicuramente non lo farà più. Abbiamo sostenuto dei costi, sanificazione e adeguamento, dpi, con la speranza che si ritorni presto alla normalità. A questo punto speriamo nella ripresa per il prossimo Natale, noi lavoriamo tanto con il turismo, ma per ora niente è ancora sicuro».

A fronte di un aumento smisurato delle automobili ieri in circolazione (sono tornati ingorghi, parcheggi in doppia fila e selvaggi) e qualche bicicletta in più, si registrano timidi segnali di ripresa anche per il trasporto pubblico locale. Amt è tornata a servizio “pieno”, “pur sempre a capacità ridotta – commenta il presidente Giacomo Bellavia – nessun episodio di intemperanza è stato segnalato, questo è positivo. Ma non so quanto si potrà resistere così».

In metropolitana «siamo passati dai 500 viaggi al giorno di settimana scorsa – sottolinea Sebastiano Gentile, direttore d’esercizio Fce – ai 1200-1500 di oggi (ieri), in pratica il 10% dei passeggeri pre covid. Manca la grande fetta di utenti degli studenti universitari, tante attività lavorative non sono ancora riprese e forse c’è ancora il timore nell’utilizzo dei mezzi pubblici, nonostante tutte le precauzioni che stiamo mettendo in atto. Ritengo comunque normale che tutto riprenda gradualmente». Maria Elena QuaiottiCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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