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“Malupassu”, Dusty: «Siamo estranei alle accuse rivolte a Frisina»

Di Redazione |

CATANIA – «Il coinvolgimento di Fabio Frisina nei fatti che hanno portato all’inchiesta Malupassu, è antecedente e non è in alcun modo associabile con il suo successivo passaggio alle dipendenze di Dusty avvenuto nel settembre 2018. Gli organi di stampa che hanno citato e citano Dusty in questa vicenda, ledono l’immagine e l’onorabilità di una società seria ed affidabile». Lo afferma la società per la raccolta di rifiuti sulle indagini dei carabinieri sul clan Puglisi che secondo quanto scritto dalla Procura di Catania, e riportato dal Gip nell’ordinanza, «si sarebbe fortemente interessato alla ricerca di voti per le Regionali del 2017» e che «in particolare Salvatore Puglisi si adoperava tramite Frisina nella raccolta voti per favorire l’elezione di Angelo Villari», attuale segretario del Pd etneo non indagato. Frisina, scrivono i Pm, al telefono afferma di «avere ricevuto la “promessa” dal Villari di un avanzamento di incarico rispetto al ruolo di “sorvegliante” alla Dusty di Catania (Comune in cui Villari, prima di candidarsi, era assessore alle Attività sociali)». Villari non è indagato nell’inchiesta e si dice estraneo alla vicenda e certo che la magistratura chiarirà tutta la vicenda.

«Il collegamento con Dusty in questa vicenda – si legge in una nota della società – è del tutto errato e pretestuoso, giacché i fatti dell’inchiesta risalgono al 2017 ed il signor Fabio Frisina, è stato assunto dalla Dusty per passaggio immediato e diretto ed inserito in organico il 17 settembre 2018, e ciò esclusivamente poiché ricompreso nell’elenco degli aventi diritto al passaggio essendo già in forza presso la società Seneco che era il precedente gestore del servizio. Dusty non ha avuto quindi per concludere, alcun potere di scelta sull’assunzione o meno del signor Fabio Frisina. Il signor Frisina che dalla precedente società era stato inquadrato con il livello A1, tale è rimasto, senza che Dusty abbia messo in atto alcuna «progressione di carriera» né autonomamente né tanto meno per accogliere richieste di avanzamento di carriera di parte di qualcuno, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa».

«Pur non parlandosi di reati-fine specifici, ma della organizzazione a monte», scrive nell’ordinanza il Gip Santino Mirabella, è «interessante acclarare come il clan si muoveva per varie direzioni anche nei rapporti tra il gruppo mafioso e la politica e le pubbliche amministrazioni con la correlativa raccolti di voti» Il Gip sottolinea che su questo fronte «non ci sono indagati» nell’inchiesta “Malupassu” , ma «l’analisi è comunque interessante perché si vede l’operare oltre la soglia del lecito per i propri interessi illeciti».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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