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Catania si risveglia senza sindaco: le possibili vie d’uscita di Pogliese

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Il giorno dopo la condanna di Salvo Pogliese a 4 anni e 3 mesi, Catania si risveglia senza sindaco per effetto della legge Severino che sospende per un massimo di 18 mesi l’amministratore riconosciuto colpevole di peculato per le cosiddette “spese pazze” dell’Assemblea regionale siciliana dove alcuni gruppi parlamentari avrebbero speso fondi pubblici per usi impropri

Tra le “spese pazze” contestate a Pogliese dalla terza sezione del tribunale di Palermo ci sono 1.200 euro per la «sostituzione di varie serrature e varie maniglie per porte» in uno studio professionale di famiglia, 30 mila euro per soggiorni in albergo a Palermo, anche assieme ai familiari, cene e spese di carburante, 280 euro per la retta scolastica del figlio e 30 mila euro in assegni che sarebbero stati girati direttamente sul suo conto personale.

Invitato da Pd e M5S a dimettersi, senza attendere la sospensione per via della Severino, il sindaco parla di «condanna ingiusta» e spera nella celerità del processo d’appello per ribaltare l’esito del primo grado.

Ma intanto la città ancora non sa se nei prossimi 18 mesi sarà retta dal vicesindaco o se Pogliese lascerà l’incarico. Il sindaco in tutti questi anni processuali ha manifestato la sua correttezza con dichiarazioni e testimonianze asserendo che quelle spese erano frutto di anticipazioni effettuate da lui per pagare gli stipendi dei dipendenti del gruppo regionale. Nessuna anomalia quindi, secondo il sindaco che contava sui giudici per certificare la sua buona fede.

Adesso la carica di sindaco verrà assunta in sostituzione dal vicesindaco di Catania, Roberto Bonaccorsi, che è anche assessore al Bilancio, una delle poltrone più roventi per una città che appena un anno e mezzo fa è stata dichiarata in dissesto dopo un provvedimento della Corte dei conti per un buco di oltre un miliardo e mezzo tra debiti e mutui contratti. Su quest’ultima vicenda l’ex amministrazione, quella dell’ex sindaco Enzo Bianco, è chiamata davanti al Gup il 10 settembre per la richiesta della Procura di rinvio a giudizio. Ieri, invece alla Corte dei conti si è tenuta l’udienza per la richiesta di interdizione dai pubblici uffici per 10 anni per tutti i componenti dell’amministrazione Bianco, sempre in merito allo stesso filone per i bilanci falsati tra il 2013 e il 2018. Ancora si attende la sentenza.

Catania città in dissesto che convive con una profonda crisi economica aggravata dal lungo lockdown per l’emergenza Covid si ritrova quindi senza il suo primo cittadino, con un vicesindaco che guiderà la città tra mille avversità anche politiche. Ricordiamo anche che da più fronti della maggioranza la figura di Bonaccorsi non è mai stata vista di buon occhio a tal punto che era anche circolata l’ipotesi che vicesindaco potesse essere nominato l’attuale assessore ai Lavori pubblici, Enrico Trantino, vicino al governatore Musumeci.

Abbiamo cercato più volte di contattare il vicesindaco Bonaccorsi, ma il suo telefono squilla invano.

Sarebbe utile capire quale linea intende adottare in questo anno e mezzo di sospensione del primo cittadino che, secondo quando trapela, non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi dalla carica, ma di continuare a rimanere sindaco anche se solo sulla carta. Se al contrario Pogliese dovesse lasciare allora si andrebbe ad altre elezioni con lo scioglimento anche del Consiglio comunaleCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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