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Beni confiscati, parte il recupero della masseria Bongiovanni a Caltagirone

Di Redazione |

CATANIA – E’ stata “Testimoni di terre liberate”, l’iniziativa per la quale il Comune di Caltagirone ha avuto finanziato dal ministero dell’Interno, con 1.337.565 euro, nell’ambito del Pon Legalità, il recupero e la rifunzionalizzazione della masseria Bongiovanni, bene confiscato alla mafia. Rientra fra gli immobili affidati in concessione gratuita per 20 anni, nel gennaio 2018, dall’Ente municipale alla Caritas diocesana, individuata dopo la selezione pubblica per la gestione dei beni che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) ha trasferito al Comune. E’ stato compiuto l’ultimo passaggio per il decollo pieno del progetto, con l’avvio dei lavori sui fabbricati, che dureranno 180 giorni.

Nel mese di aprile del 2020 la Giunta municipale aveva approvato il progetto esecutivo presentato dalla Caritas diocesana, che contempla lavori per 980mila euro e somme a disposizione pari a 357.565,00, per un totale, come detto, di 1.337.565,00 euro. Gli interventi sono finalizzati alla riattivazione dell’uliveto, del vigneto e del mandorleto, al recupero dei fabbricati con la realizzazione di un palmento e all’avvio di varie attività sociali. Si tratta di terreni agricoli, per circa 32 ettari, con annessi fabbricati rurali. I fondi e i fabbricati in questione si trovano in località Renelle – Bongiovanni e sono i beni confiscati in applicazione della legge contro la criminalità organizzata a Sebastiano Rampulla, nato nel 1946 e morto nel 2010. Nei mesi scorsi la Caritas ha già investito oltre 300mila euro per rifare tutta la recinzione e rimettere in sesto i terreni per l’impianto delle colture, impiegando una dozzina di persone, scelte anche fra le appartenenti alle famiglie più bisognose, che si sono alternate nelle diverse attività di manodopera.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA