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La lotta alle devianze: il modello Catania progetto nazionale

Di Pinella Leocata |

Catania – Il destino di ogni ragazzo e ragazza non è segnato inevitabilmente dalla famiglia e dal contesto sociale di provenienza, non è già scritto alla nascita. Ognuno deve potere costruire il proprio futuro e la propria vita, se si è “Liberi di scegliere”. Ed è questo il nome che il dottor Roberto Di Bella, oggi presidente del Tribunale per i minorenni di Catania, ha dato al progetto che ha ideato e portato avanti a Reggio Calabria contro la pervasività della ‘ndrangheta nella prospettiva di liberare da questo giogo i ragazzi nati e cresciuti in contesti di criminalità organizzata. Un progetto che si è tradotto in un libro, che il presidente Roberto Di Bella ha scritto insieme a Monica Zapelli, “Liberi di scegliere. La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi della ‘ndrangheta”, (Rizzoli editore), testo da cui è stato tratto il film “Liberi di scegliere”, fruibile gratuitamente dopo la registrazione sul Portale RaiPlay, al link https://www.raiplay.it/programmi/liberidiscegliere.

Un progetto che, per il suo potenziale educativo – a partire da quest’anno scolastico – sarà studiato in tutte le scuole d’Italia nelle ore di educazione civica e nei progetti di educazione alla legalità. Con l’obiettivo di «assicurare una concreta alternativa di vita ai soggetti minorenni provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o che siano vittime della violenza mafiosa e ai familiari che si dissociano dalle logiche criminali». Questo il senso del protocollo d’intesa firmato da ben cinque ministeri – Giustizia, Interno, Istruzione, Università e Ricerca e Pari Opportunità – e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dalla Conferenza Episcopale Italiana, dal Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria insieme alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni e alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, e a Libera.

Un progetto che, partito da Reggio Calabria, assume adesso una rilevanza nazionale ed è la prima volta – come sottolinea il presidente Roberto Di Bella – «che il tema della criminalità organizzata e della devianza minorile ad essa collegata entra in modo deciso nei programmi scolastici e nell’offerta formativa. Un aspetto culturale molto importante che può essere decisivo per il futuro perché la scuola forma i cittadini del domani. Si dà così attuazione all’art. 29 della Convenzione Onu del 1989 sui Diritti del Fanciullo, ratificata in Italia con legge del 1991, che attribuisce alla scuola il compito specifico di fare diventare il fanciullo un membro utile per la società e di svilupparne il senso di responsabilità sociale. La scuola deve educare i giovani al rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e dei principi consacrati dalle Nazioni Unite».

Tutti obiettivi alla realizzazione dei quali il progetto “Liberi di scegliere” può dare un contributo importante. «E’ noto – è scritto nella nota del ministero dell’Istruzione rivolta a tutti gli enti coinvolti ed alle scuole – come il modello ed il mito della figura del criminale siano sempre più diffusi tra le giovani generazioni, con effetti devastanti sulla vita dei ragazzi sotto il profilo personale, sociale, psicologico, economico, politico ed ambientale. Pertanto appare di grande importanza la promozione di attività di sensibilizzazione, come la visione di film tematici, la lettura commentata di libri, l’organizzazione di incontri con vittime dei reati e con imprenditori che sono caduti vittima di estorsione o con ragazzi che sono riusciti ad affrancarsi dalla vita criminale, unitamente ad ogni genere di attività che possa stimolare riflessioni sul progetto “Liberi di scegliere” e sui fenomeni criminali». In questa prospettiva è sollecitata l’organizzazione di momenti di formazione per docenti e studenti, a partire dal concorso nazionale di idee sul tema “Liberi di scegliere” che si pone «l’obiettivo di suscitare nelle giovani generazioni momenti di riflessione sul vero valore della vita e della libertà di scelta, dimostrando che il futuro non è già scritto e che si può essere protagonisti della propria vita nella consapevolezza che la delinquenza appare un destino inesorabile a chi nasce e vive in certe realtà familiari».

In questa prospettiva, per sollecitare proposte e scambi di idee, il ministero dell’Istruzione ha attivato un indirizzo di posta elettronica certificata (liberidiscegliere@postacert.istruzione.it) a disposizione delle istituzioni scolastiche per inviare richieste o segnalazioni all’attenzione del gruppo di lavoro composto dai rappresentanti delle istituzioni e degli enti firmatari del Protocollo d’intesa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA