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Il prefetto Librizzi: «La “mia” Catania: una doppia responsabilità»

Di Concetto Mannisi |

La “sua” sede.

«Io ho sentito “mie” tutte le città in cui ho lavorato, però non nascondo che per me è una grande emozione prendere servizio a Catania. Sebbene io abbia radici a Calascibetta, in provincia di Enna, mi sento catanese a tutti gli effetti: sono venuta qui da piccolissima e qui ho fatto tutto il mio percorso di studi. Dalle elementari alla laurea. Diciamo che per me essere il prefetto di Catania rappresenta una doppia responsabilità: c’è quella, indiscutibile, del ruolo, ma c’è pure quella che è propria della cittadina di questa comunità».

Arriva qui in un periodo storico decisamente complicato.

«Non v’è dubbio alcuno. Il Covid ha reso tutto più difficile. Molto più difficile. Però l’impegno non può e non deve mancare. L’obiettivo comune deve essere quello di superare le criticità legate al momento, per poi riprendere la quotidianità della nostra vita. Per questo, ovvero per dare un segnale, andrò a visitare subito l’hub dei vaccini. Poi mercoledì (domani per chi legge, ndc) mi recherò all’Istituto di vulcanologia e al centro di protezione civile perché c’è un’altra emergenza che non va trascurata: l’Etna e la sua eruzione».

«Ovviamente non è tutto – prosegue senza soste la prefetta – perché è mia intenzione aprire questa prefettura alla città. Ciò – e lo dico da persona che ha contratto qualche tempo fa il Covid, rimanendo per 27 giorni in isolamento – nel distanziamento sociale e nel rispetto delle regole previste dalla specifica normativa».

«Altro punto a cui tengo – continua – è il dialogo con le istituzioni scolastiche. Sempre mercoledì (domani, ndc) sarò presente in un istituto di San Giovanni la Punta per prendere parte a un momento commemorativo in occasione dell’anniversario dell’unità d’Italia. Ecco, per essere più chiari: io con le istituzioni scolastiche punto ad avere un rapporto privilegiato, perché è sui ragazzi che bisogna lavorare. Sono loro il nostro domani ed è giusto che comprendano i meccanismi che regolano il lavoro delle istituzioni. Anche in situazioni in cui il loro coinvolgimento potrebbe apparire non di primaria importanza».

Il Covid ha inferto ferite gravi anche al tessuto economico della città.

«Ne sono a conoscenza, anche perché la situazione non appartiene solo a Catania. Per questo è mia intenzione incontrare le associazioni di categoria e i sindacati per comprendere e per cercare di trovare eventuali soluzioni a delle situazioni particolarmente critiche. In questi casi incontreremo e ci raccorderemo anche con le autorità sanitarie, per iniziative conseguenti: i dati ufficiali parlano di una situazione dei positivi certamente sotto controllo, di un andamento dei contagi non critico ma da seguire sempre con attenzione. Ecco, posso garantire che l’attenzione non la faremo mai mancare».

In merito a questa tematica va pure aggiunto che sono notevoli i rischi di un arricchimento della criminalità organizzata proprio a seguito degli effetti del Covid.

«Ne siamo consapevoli e per questo siamo pronti ad agire per contrastare, con ogni mezzo, ogni forma di infiltrazione della criminalità nelle attività economiche cittadine. Detto del rischio del proliferare degli episodi di usura, è indiscutibile che questa gente cercherà di sfruttare il momento e rilevare progressivamente, immettendo la liquidità acquisita illecitamente e di cui dispone, aziende e attività. Il nostro compito sarà quello di monitorare, anche attraverso la Camera di commercio, passaggi di proprietà e variazione di ragioni sociali. Nei casi che “dubbi” che verranno portati in emersione scatterà, come prevede la legge, l’interdittiva antimafia».

Ha previsto un aumento dei controlli su strada in questo periodo di “zona arancione”?

«Domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndc) è in programma un Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica cui prenderanno parte anche i vertici delle Asp. Diciamo che sono rimasta un po’ sorpresa dagli assembramenti che si sono registrati domenica scorsa in alcune zone come il lungomare. E’ vero, non sono stati commessi reati, ma il richiamo al senso di responsabilità dei singoli mi sento di farlo. Queste situazioni favoriscono la diffusione del contagio e l’aggravamento del quadro complessivo cittadino: ognuno di noi deve offrire il proprio contributo per far sì che si possa abbandonare al più presto questo periodo fatto di rinunce e restrizioni. I controlli ci saranno, è evidente, ma se ciascuno di noi non fa la propria parte comportandosi così come richiede il momento storico anche l’attività preventiva e repressiva delle forze dell’ordine diventa inutile».

C’è una tematica che in questa discussione abbiamo trascurato e che, di contro, le sta particolarmente a cuore?

«Da Ragusa a Messina, città in cui ho lavorato da prefetto, mi sono sempre adoperata nelle attività di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne. A tal proposito convocherò gli stati generali di tutte le organizzazioni per mettere in campo quello che è necessario per fronteggiare la violenza di genere. A tal proposito chiamerò le signore Vera Squatrito e Giovanna Zizzo, madri rispettivamente delle povere Giordana Di Stefano e Laura Russo, uccise una dal fidanzato e l’altra dal padre, per un doveroso omaggio. Queste donne, loro malgrado, rappresentano un simbolo nella lotta alla violenza di genere. Ritengo che il loro impegno vada riconosciuto oggi più che mai».

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