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Motta Sant’Anastasia, contrario alla discarica gestiva autodemolizione senza le autorizzazioni

Di Redazione |

A Misterbianco è impegnato nella lotta contro la discarica che ammorberebbe l’aria di chi vive in quella fascia di territorio, ma a Motta Sant’Anastasia gestirebbe una struttura di autodemolizioni dove non mancherebbero le ombre in tema di trattamento e smaltimento di rifiuti speciali.

Lo garantiscono i poliziotti del commissariato Borgo-Ognina di Catania, che assieme a personale della polizia provinciale, della polizia municipale e dell’Asp di Catania hanno effettuato controlli straordinari finalizzati alla prevenzione dei reati in materia ambientale e salute pubblica proprio fra Motta S. Anastasia e Misterbianco.

Gli investigatori si sono recati nella sede dell’attività di autodemolizioni – la “Tavolacci Rosa S.r.l.”, Strada Provinciale 12/II, a Motta S. Anastasia – e qui hanno riscontrato che un’area di circa 8.000 metri quadrati, con annesso Capannone di 1.000 metri quadrati, era stata adibita senza alcuna autorizzazione ad attività di autodemolizione con posizionamento di centinaia di autoveicoli e ciclomotori da demolire e con diverse tonnellate di pezzi di ricambi e rifiuti speciali ferrosi e definiti pericolosi.

La titolare e il padre, un consigliere comunale di Misterbianco che avrebbe prontamente “ricordato” ai poliziotti la propria carica, sono stati indagati in stato di libertà per attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Al tempo stesso è stata sottoposta a sequestro penale l’intera area risultante occupata abusivamente.

Nell’ambito di analoghi controlli, i poliziotti si sono recati nel noto bar “Carciola” di via Matteotti, a Misterbianco. Qui la titolare è stata indagata in stato di libertà per il reato di frode in commercio, ovvero per avere detenuto prodotti surgelati senza adottare il previsto accorgimento di esibire in zona ben visibile un listino degli ingredienti. Inoltre, si accertava che alcuni alimenti non erano ben conservati o indebitamente congelati e per tale motivo si procedeva con sequestro e distruzione. Si contestava inoltre che in alcune zone del laboratorio era rilevata scarsa pulizia e per tale motivo veniva elevata la sanzione di 2.000 euro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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