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Tutte le strade portano a Ragusa. Ecco gli assunti in cambio di posti

Di Giuseppino Centamori |

Così, in questa terra tradita dagli aranceti che non portano più redditi nelle famiglie e affamata di lavoro, in questi anni il suo telefono è stato il più chiamato, il suo nome è stato il più inseguito ed ora a leggere le carte delle Procure etnea e calatina è il più inchiodato dalle accuse. A Catania, oltre che per la turbativa d’asta in almeno tre aggiudicazioni dell’appalto poi finito alle Ati con dentro il suo Sol.Calatino, per corruzione elettorale. Lavoro in cambio di voti e gli inquirenti indicano le tornate: nel 2013 il Pdl ottiene il 30,56% alla Camera e il 27,88% al Senato; alle amministrative Aloisi vince con il 42,22% dei voti, e poi il dato delle Europee del 2014 con il Ncd che ottiene a Mineo il 39,02% di preferenze. Il quadruplo della percentuale media ottenuta in provincia di Catania (8,79%). Ma di numeri Ragusa ne cita altri, partendo da un ventennio prima perché vuole che la storia si racconti tutta. «A diciott’anni – ricorda – ero uno studente prossimo al diploma e candidato alle elezioni provinciali. A Mineo ottenni oltre 600 preferenze, praticamente gli stessi voti, in valore assoluto, conseguiti dal Ncd alle ultime Europee: quelle del famoso “40%”. E nel 1993 non c’era il Cara di Mineo. In diverse competizioni amministrative locali sono risultato il primo o al massimo il secondo degli eletti, e non c’era il Cara di Mineo. Il mio impegno, sempre premiato dagli elettori, non è mai stato attivato in funzione dell’aggiudicazione di appalti pubblici».

In questi anni il suo «impegno politico» è stato in Ncd. «Ho promosso la costituzione dei circoli Ncd nel territorio senza che nessuno me l’avesse chiesto. Coltivavo una legittima aspirazione di carriera politica – dice – e questa vicenda, per quanto dolorosa, potrà risultare utile a chiarire che esiste uno spazio anche per i più bravi e non solo per i più favoriti».

Nel carteggio il suo nome è un perno su cui ne vengono ancorati altri, cittadini chiamati inizialmente a deporre e finiti con l’essere indagati per scambio di voti: Carmelo Limoli, assunto il 19 aprile 2013 dal “consorzio Cara Mineo”, stessa cosa per Francesco Mandrà, Agrippina Gulizia e Silvana Camiolo. Poi Annamaria Damigella e Riccardo Tangusso assunti dalla coop San Francesco il 12 giugno 2013. È il giorno successivo allo spoglio delle amministrative e risalta il nome di Tangusso perché sino a 24 ore prima correva da assessore designato se fosse stato eletto l’altro candidato sindaco, Giuseppe Mistretta, poi sconfitto. Tra gli accusati c’è anche Rocco Ferraro, vice di Ragusa in Sol.Calatino e poi suo successore quando Paolo si dimette nel 2014. A entrambi viene contestato il voto di scambio nel caso della promessa fatta a Giampaolo Silvestro: rinnovo del contratto di lavoro se avesse votato il loro candidato sindaco. Il lavoratore non indagato.

Ma Ragusa resta fiducioso: «Quando entreremo nel merito dei comportamenti contestati – conclude – sarà difficile continuare a confondere la mia storia di servizio alla comunità con una storia criminale».

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