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Catania, il nuovo questore Gualtieri: “La mafia è un fenomeno indegno”

Di Redazione |

«Il controllo del territorio da solo non basta. E’ importante parlare con la gente, con le scuole, sentire associazioni. Solo così si può arrivare ad un cambio di mentalità, che si costruisce con pazienza. La rivoluzione culturale è quello che dobbiamo fare».

Lo ha detto il nuovo questore di Catania Giuseppe Gualtieri nel giorno del suo insediamento.

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«Quella che vogliamo creare – ha aggiunto – è una sostanza di legalità che deve venire da dentro, aiutata da una energica azione dal di fuori. Catania ha grandi criticità, però ha grandissime eccellenze dal punto di vista economico, culturale, architettonico. Le due cose – ha concluso – devono coesistere facendo diminuire di gran lunga quelle che sono le cose negative, però facendo leva, nel solco del mio predecessore, sul controllo del territorio, affiancandolo da una presenza costante di tutti i centri e le agenzie culturali per far sì che le due cose viaggino insieme».

Il questore ha anche parlato, nella città dell’ispettore Filippo Raciti, del rapporto con la tifoseria: «Sono apertissimo al dialogo anche perché ritengo sia fuori dalla storia una tifoseria legata a determinati meccanismi. Chiaramente è un rapporto che va costruito con difficoltà. Ci sono stati episodi che in qualche modo possono inquinare questo rapporto. Direi anche qui che un salto di qualità tecnica passa attraverso un salto di maturità delle tifoseria. Ci pigliamo in giro – ha aggiunto Gualtieri – se pensiamo che il Catania non meriti almeno la serie A. La città merita tranquillamente di stare in questi contesti. Però, chiaramente, la tifoseria deve dare il suo contributo perché deve dare quell’immagine che va assolutamente recuperata. Se si vuole crescere va recuperato anche questo rapporto».

«Palermo ha fatto passi da gigante. A Palermo vi è la mafia ma vi è anche la società civile. Il grosso problema di Palermo era la commistione tra mafia e società civile. Non conosco benissimo Catania però credo che la nostra opera di sentinelle possa determinare questo aspetto che è importante perché la mafia è un fenomeno indegno. Non sono certo io – ha concluso – a debellare la mafia, né voi, né nessun altissimo magistrato, però possiamo far sì che la società civile guardi alla mafia con disvalore. Le persone per bene sono persone per bene e i delinquenti vanno socialmente emarginati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA