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Traffico di rifiuti a Catania, il lido “Le Piramidi” serviva per riciclare i soldi fatti con lo smaltimento

Di Redazione |

CATANIA – Durante le indagini dell’inchiesta Piramidi della Procura di Catania il Gico della Guardia di finanza di Catania ha curato l’esecuzione delle misure cautelari reali sottoponendo a sequestro preventivo le quote societarie, riconducibili ai due Paratore, del Lido “Le Piramidi”, delle società “Cisma Ambiente Ppa”, “Paradivi Servizi Srl” e “Siram Srl”, e delle quote, riconducibili a Giuseppe e Giovanni Amara, della società Gespi Srl, che era in rapporti di affari con la famiglia Paratore.

La guardia di finanza di Catania da tempo aveva avviato indagini sul noto stabilimento balneare Le Piramidi di Catania – lido molto frequentato della zona della Plaia di Catania: secondo la Procura, il lido sarebbe una stazione di riciclaggio degli ingenti proventi di denaro che arrivavano dalle attività illecite commesse con la discarica. In tutto sono sei le società sequestrate per 50 milioni di euro. Oltre al lido anche quelle che gestivano e trattavano i rifiuti. «Adesso – ha commentato il procuratore Zuccaro – abbiamo fermato lo scempio, che era stato segnalato dalla società civile mentre noi già indagavamo, e, con la nomina degli amministratori giudiziari, tutto rientrerà nell’alveo della norma».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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