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La Sicilia "perde" diciassette scuole, tre nel Catanese e c'è il "Ferraris"

Mario Castro

28 Gennaio 2019, 11:18

La Sicilia perde diciassette scuole, tre nel Catanese e c'è il "Ferraris"

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CATANIA - Con decreto assessoriale del 25 gennaio scorso, è stato approvato il nuovo piano di dimensionamento riguardante la nostra Regione. Questi gli effetti nella provincia etnea: in primo luogo viene soppresso l'Istituto Tecnico “G. Ferraris” di San Giovanni la Punta. Questa scuola era in sofferenza da diversi anni, stentando a racimolare un sufficiente numero di alunni (la legge ne prevede almeno 600 per la sopravvivenza di una scuola in autonomia). Adesso il Ferraris viene aggregato all’Istituto Superiore “De Nicola” che si trova anch'esso ubicato nel polivalente di San Giovanni la Punta.

Si salva, almeno per il momento, l’Istituto Comprensivo “L. Capuana” di Mineo, grazie al computo degli alunni attualmente ospitati presso il Cara di Mineo, evidentemente questa situazione espone la scuola a rischio soppressione se va avanti l’idea di chiusura del centro di accoglienza.

Ad Acireale viene graziato, mantenendo l’autonomia, ancora una volta lo storico Liceo “Gulli e Pennisi”, nella speranza che nel prossimo anno possa superare la fatidica quota 600 alunni. Acicastello perde un Istituto Comprensivo, infatti si sopprime l’ I.C. “Rimini” di Acitrezza che viene aggregato all’I.C. “Falcone” di Aci Castello. A Caltagirone e Giarre, rispettivamente l’Istituto Superiore “Dalla Chiesa” e “Mazzei-Sabin”, pur in carenza di alunni, mantengono l’autonomia almeno per un altro anno.

Ancora ad Acireale l’Istituto Superiore “Ferraris” aggrega l’Istituto Superiore “Majorana-Meucci” che conseguentemente viene definitivamente soppresso. A Bronte il “Nicola Spedalieri” mantiene l’autonomia. A Gravina il Circolo Didattico “Giovanni Paolo II” viene trasformato in Comprensivo con l’istituzione della scuola secondaria di 1° grado. A Catania viene mantenuto in vita lo storico istituto Diaz/Manzoni, ritenuto in centro città una delle scuole migliori e ricercate dai catanesi e che era risultato sottodimensionato per poche unità, pare pur in presenza di corpose liste di attesa.

Questo dovrebbe essere il quadro dall'anno scolastico 2019/20, anche se si assisterà, come sempre, a movimenti e pressioni in “zona Cesarini” per far entrare dalla finestra qualche proposta - di dirigenti scolastici o di sindaci di qualche comune - che non si è riusciti a fare entrare dalla porta.

Complessivamente in Sicilia vengono soppresse 17 scuole autonome di cui: 5 ad Agrigento, 3 a Caltanissetta, 3 a Palermo, 3 a Trapani, 3 a Catania.

Se da un lato si impoverisce ulteriormente la scuola siciliana, non si comprendono i motivi di mantenere nella Regione numerose scuole con oltre 1.500 alunni, alcune oltre quota 2.000, quando si potrebbe benissimo procedere allo “sdoppiamento” creando nuove istituzioni scolastiche e migliorando il rapporto dirigenza scolastica – alunni, che diventa poco praticabile sotto l profilo educativo in una logica di grandi numeri.