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E’ il fettuccine all’Alfredo Day: la ricetta italiana che ha conquistato gli Usa con soli tre ingredienti

Di Redazione |

Sono il sinonimo di cucina italiana nel mondo, le fettuccine all’Alfredo, ma da New York a Dubai questo primo piatto evocativo della nostra tradizione e dell’epopea della migrazione d’antan viene oggi proposto a volte al ragù, oppure con la panna, più  spesso con un grondare di polpette al sugo. Colpa delle contaminazioni soprattutto americane. E invece le vere fettuccine all’Alfredo sono in bianco, di sfoglia sottilissima come un velo di carta, appena 30  secondi di cottura, e condite esclusivamente con copiose dosi di burro di malga e una ”coperta” di parmigiano reggiano stagionatissimo.

Lo ripetono sempre nel ristorante romano dove, nel Ventennio le fettuccine all’Alfredo sono nate, come ricetta pensata dal fondatore di “Alfredo alla Scrofa” per la moglie incinta e inappetente. E leggenda vuole che la puerpera alimentata a fettuccine a pranzo e cena abbia poi partorito un maschietto di sei chilogrammi.

Questa ricetta passepartout della cucina tricolore nei quattro angoli del pianeta è stata anche blindata con un marchio, “Alfredo’s Gallery”, dagli ultimi gestori del ristorante romano che hanno anche lanciato la Giornata mondiale delle fettuccine all’Alfredo, giunta alla sua quarta edizione e che si celebra oggi 7 febbraio.

Le fettuccine all’Alfredo sono forse più famose negli Stati Uniti che in Italia, in realtà come detto la ricetta è italiana al 100%. Si narra che nel 1920. il ristorante Alfredo alla Scrofa venne visitato da due divi del cinema muto, Douglas Fairbanks e Mary Pickford, in luna di miele in Europa. I due assaggiarono le famose fettuccine e ne restarono folgorati. Al loro ritorno negli States raccontarpno del loro colpo di fulmine gastronomico e inviarono ad Alfredo, in ricordo della loro esperienza, una coppia di posate d’oro, forchetta e cucchiaio, con la loro dedica per “the king of fettuccine”. Nasce qui il successo oltreoceano di questa pasta italiana.  La paternità della ricetta è stata rivendicata a inizio ‘900 anche da un altro ristorante romano Il Vero Alfredo all’Augusteo, ma ancora oggi non è chiaro quale dei due abbia inventato la ricetta “originale”, detta anche “ai tre burri”.

Come detto gli ingredienti sono solo tre, ma tutti e tre necessitano di un’attenzione particolare. Le fettuccine di Alfredo sono particolarmente sottili. Per quanto riguarda il burro, una trentina di grammi a porzione. Infine il parmigiano Reggiano 24 mesi, 70g a porzione, grattugiato e passato al setaccio, in modo da tenere solo la polvere del parmigiano. È il segreto, garantisce Mozzetti, “per evitare le pallette”. Per il resto, acqua bollente salata, ricordandosi che l’acqua di cottura serve in mantecatura.

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