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Non solo mare, fra i tesori di Ustica anche la lenticchia

Di Redazione |

ROMA – La prima riserva marina italiana, Ustica, celebra anche i tesori isolani di terra. Ieri si è aperta la manifestazione gastronomica «Anticchia i Linticchia». Una iniziativa che mira a far scoprire il lato inedito di Ustica, famosa per il suo mare, ma che nasconde uno scrigno di prodotti figli di una lunghissima tradizione agricola, di cui la lenticchia presidio Slow Food rappresenta il fiore all’occhiello. A piedi, catturando immagini della suggestiva fioritura, si possono scoprire sentieri e siti archeologici. L’appuntamento, che prevede anche degustazioni, escursioni in barca, snorkeling e attività per i bambini, è realizzato dall’Associazione Turistica visitustica.it e dalla Condotta Slow Food Isole slow siciliane con la collaborazione del Comune di Ustica e del Museo civico archeologico.

Quest’anno la produzione stimata delle lenticchie di Ustica dovrebbe crescere, rispetto al 2018, del 25-40 per cento fino a raggiungere le 120 tonnellate – secondo quanto scrive il giornale on line Cronachedigusto.it.

«Per questo tipo di legumi nell’isola vulcanica al largo della Sicilia, è tempo di raccolta. In questi giorni, i produttori hanno iniziato la fase di estirpazione delle piante che poi verranno trebbiate – afferma il sito – Le lenticchie di Ustica, che sono anche presidio Slow Food, poi, affronteranno un viaggio in camion prima fino a Palermo e da lì in direzione Salerno. Nella città campana, infatti, c’è uno stabilimento adatto per le operazioni finali di pulizia».

Sono tre le aziende che principalmente producono lenticchie sull’isola: Hibiscus, Pagliuzzo e U’ Scarpuni. In media qui si producono 100 tonnellate di lenticchie che vengono vendute, presso le aziende a 14 euro al chilo, per un giro di affari annuo che si aggira sui 150 mila euro. Le lenticchie, fino a martedì, saranno celebrate sull’isola con l’evento «Anticchia i Linticchia» organizzato da Visit Ustica.

L’isola di Ustica, dalla fertile terra vulcanica, venne colonizzata da contadini eoliani e ha avuto un’economia esclusivamente agricola fino all’avvento del turismo negli anni ’60, determinando un paesaggio rurale ancora ben evidente. Nonostante il passaggio a un economia turistica, «l’agricoltura – sottolinea Margherita Longo, proprietaria di un agriturismo con vigna associato a visitustica.it – non è mai stata abbandonata e sta rivivendo una nuova stagione grazie soprattutto al progetto della lenticchia di Ustica, presidio Slow Food, che ha favorito la rimessa in coltura di terreni abbandonati e il proseguimento generazionale delle attività di numerose aziende agricole».

Il legame con la tradizione e la necessità di adattarsi a un territorio ostico fatto di piccoli appezzamenti che non permette l’uso di sistemi estensivi, ha fatto si che l’agricoltura usticese rappresenti un esempio di pratiche sostenibili rispettose dell’ambiente e del paesaggio, permettendo di preservare uno scrigno di biodiversità costituito da numerosissime varietà tradizionali di frutta, ortaggi e legumi. La produzione agricola locale insieme al pescato sono gli ingredienti alla base della ristorazione usticese, che si distingue per i piatti a base di ortaggi dell’orto prodotti sull’isola, una perla nera nel mare a Nord di Palermo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA