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Dall’ananas che brucia i grassi alle banane ricche di potassio, sino al latte che fa male: tutte le “bufale” sui cibi

Di Cristina Latessa |

Tutto questo emerge dall’indagine Coldiretti/Ixè presentata in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla stessa Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e agroalimentare in occasione del corso di formazione organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura.

«Il web – avverte Coldiretti – si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari, con un preoccupante effetto valanga in una situazione in cui il 53% degli italiani lo ha utilizzato almeno qualche volta durante l’anno per raccogliere informazioni sulla qualità dei prodotti alimentari».

«Il 25% degli italiani – aggiunge Coldiretti – partecipa a community/blog/chat su internet centrate sul cibo che influenzano le scelte di acquisto in modo non sempre corretto».

«La scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché va a influenzare direttamente la salute – osserva il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni».

Nel primo quadrimestre 2017 – secondo i dati presentati in occasione della campagna #stopfakeatavola – sono stati sequestrati dall’Ispettorato centrale della tutela qualità e repressione frodi (Icqrf) del Ministero delle politiche agricole prodotti alimentari per un valore di 59,3 milioni di euro, mentre nel pari periodo 2016 il valore era stato di 3,29 milioni di euro. «Sicurezza a tavola e nella filiera, anche sul web. È su questi fronti che interveniamo ogni giorno per tutelare le nostre eccellenze agroalimentari, i produttori onesti e i consumatori – afferma il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina commentando la campagna #stopfakeatavola -. Siamo leader nei controlli e non a caso il nostro sistema viene considerato un modello dagli altri Paesi».

Tra le tante “bufale” alimentari che circolano sulla rete, Coldiretti ne ha scelte dieci per una speciale top ten in cui si sconfessano comuni dicerie.

1) «IL LATTE FA MALE». Non è vero che in età adulta sia dannoso – osserva Coldiretti -, rientra da migliaia di anni nella dieta umana, al punto che il genoma si è modificato per consentire pure da adulti la produzione dell’enzima che scinde il lattosio.

2) «L’ANANAS BRUCIA I GRASSI». È «una bufala molto comune», secondo Coldiretti. Un effetto dovuto alla bromelina, contenuta però nel gambo dell’ananas, che nessuno mangia, e che comunque non favorisce la neutralizzazione delle calorie e dei grassi.

3) «IL KAMUT È UNA VARIETÀ ANTICA DI CEREALI». È invece un marchio commerciale privato, registrato negli Usa, con cui viene venduto il grano della varietà Khorasan.

4) «MANGIARE CARNE FA SEMPRE MALE E SE NE PUÒ FARE A MENO». Non esiste nessuno studio che provi che mangiare carne sia dannoso per la salute, secondo Coldiretti. Al contrario, i vantaggi di una dieta che la includa sono scientificamente indiscussi.

5) «LE BANANE SONO LE PIU’ RICCHE DI POTASSIO». Al vertice della graduatoria dei prodotti ortofrutticoli freschi più ricchi di potassio ci sono invece gli spinaci, seguiti dalla rucola e dai cavolini.

6) «I GRASSI VANNO COMPLETAMENTE ELIMINATI DALLA DIETA». I grassi sono nutrienti indispensabili, l’importante è non abusarne.

7) «CHI È INTOLLERANTE AL LATTOSIO NON DEVE MANGIARE FORMAGGI». La stagionatura prolungata di molti formaggi porta ad una scomparsa del lattosio, o ad un radicale calo. Inoltre, anche gli intolleranti al lattosio, in base ai dati di Efsa, sono in grado di tollerare dosi fino a circa 125 ml di latte al giorno.

8) «LO ZUCCHERO DI CANNA NON FA INGRASSARE». In realtà lo zucchero di canna ha le stesse caratteristiche di quello bianco.

9) «TUTTI I PRODOTTI ALIMENTARI REALIZZATI NELL’UNIONE EUROPEA RISPETTANO LE STESSE REGOLE». In Italia ci sono le regole produttive più rigorose, ricorda la Coldiretti, che non valgono in altri Paesi della Ue.

10) «I PRODOTTI VENDUTI DAL CONTADINO SONO MENO CONTROLLATI». Tutti i prodotti alimentari in vendita in Italia devono rispettare gli stessi standard sanitari e gli stessi controlli.

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