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Alberto Angela nella Vigata di Montalbano tra le “Meraviglie” che il mondo ci invidia

Di Ombretta Grasso |

Alberto delle meraviglie. Il divulgatore più amato della tv che ha fatto del garbo uno stile, con entusiasmo contagioso ci prende per mano e ci spiega per filo e per segno la grande bellezza del nostro Paese trasformando cultura, arte, architettura, in un grande racconto pop da prima serata su Rai1. Con il suo Meraviglie, dedicato alla scoperta dei siti Unesco in Italia, fa record di spettatori e impazza sul web.

Sorriso rassicurante e mani sempre in movimento, aria da secchione precisino, ma capace di farci emozionare, Alberto Angela (figlio del mitico Piero, papà di Quark, 90 anni), è nato a Parigi, compirà 57 anni l’8 aprile, è sposato dal 1993, ha tre figli maschi. Icona sexy («qualunque donna vorrebbe sentirsi sussurrare da lui all’orecchio “peristilio”» scrivono le fan), incoronato da social e giovani («Vorrei un Alberto Angela tascabile per visitare l’Italia»), l’Indiana Jones della tv è laureato in Scienze naturali e specializzato in Paleontologia. Nel 2002 è stato rapito con la troupe in Niger, gli hanno dedicato un asteroide e una specie marina, si tiene in forma con 60 vasche ogni due giorni, ha una grande passione per le foto, «Instagram? No, sono solo per me. Ho una pagina Facebook, non riuscirei a seguire di più».

Martedì 2 aprile la terza puntata di Meraviglie farà tappa in Sicilia, nell’incanto del Val di Noto, con testimonial d’eccezione il nostro Pippo Baudo, a raccontare la sua splendida Militello, e Cesare Bocci, il Mimì Augello del Commissario Montalbano televisivo.

Quali meraviglie vedremo in questa puntata?

«Il trionfo di una pietra che sembra danzare con le movenze di una musica barocca – racconta al telefono -. Scopriremo come tutto nasca da una tragedia immane, dal terribile terremoto che ha colpito il Val di Noto nel 1693, con quasi 100 mila morti. Una rinascita nata dalla caparbietà, dalla determinazione, dall’orgoglio degli abitanti che hanno creato un capolavoro incredibile».

Cosa l’ha colpita di più in questo viaggio nel Sud Est?

«Questi straordinari monumenti che sembrano sfidare il tempo, le onde di pietra, i riccioli, le sculture. Un’architettura ricca di gioia di vivere che dà il senso di qualcosa di illimitato. E poi il cielo azzurro che sembra non avere confini… quasi sempre, perché a Modica abbiamo preso la pioggia… E questo silenzio che abbraccia tutto e dà una regalità, una imponenza, una maestosità che ho visto raramente. Queste cose messe insieme rendono il luogo magico. E ancora, il sorriso della gente, sempre disponibile, incuriosita e complice di questa bellezza».

Il programma ci dà l’orgoglio di essere italiani?

«Questi capolavori che l’Unesco ha definito patrimoni dell’umanità sono come vecchi saggi che ci sorridono benevoli e ci fanno a capire quali siano le nostre radici e il valore del nostro patrimonio. Ci spingono ad andare avanti, a continuare ad eccellere nell’arte, nella scienza».

La bellezza può salvare l’Italia?

«Sì, ma qualcuno deve salvare la bellezza e siamo noi a doverlo fare. Dobbiamo tutelarla per regalarla alle prossime generazioni».

Avete girato nella Vigata tv di Montalbano.

«Non è un caso, questi luoghi sono straordinari. Bocci ci racconta cosa ha provato in queste quinte del tempo e della cultura. Una facciata del barocco siciliano è gioia di vivere rimasta nella pietra».

Il programma dà spazio all’ingegno, all’opera degli uomini.

«Non conosciamo il volto, non sappiamo neanche dove sia sepolto l’architetto che ha dato impulso a questo incredibile patrimonio che tutto il mondo ci invidia. Non conosciamo le persone, ma il loro senso della bellezza, cristallizzato per sempre in queste città magnifiche».

“Meraviglie” è una festa per gli occhi, con riprese spettacolari.

«Siamo stati i primi a utilizzare la tecnologia 4k in Italia. Riesci a vedere la rugosità della pietra e questo aiuta il racconto».

Quali città vedremo e in cosa sono diverse?

«Ogni centro ha una sua personalità. Ibla ha la curiosità di essere due città in una. Parte di Modica è costruita sopra due fiumi. Noto prende con il tramonto un incredibile color miele, sembra quasi accendersi di una luce interna. Come in un pianoforte, i tasti sono sempre quelli ma ciascuna sviluppa un suo barocco personale».

Quanto studio per preparare una puntata?

«Ci documentiamo molto perché non vogliamo sbagliare, siamo un gruppo di lavoro, c’è un team di autori, di cui due catanesi. In questo caso conoscono i luoghi, li hanno vissuti, sanno come raccontarli».

Come ha conquistato il pubblico di Rai1?

«Ho umilmente fatto il mio mestiere. Rai1 ha preso una decisione coraggiosa, ma Meraviglie ha anche fatto ascolti e questo grazie al pubblico. Si è dimostrato che ci sono spettatori pronti a seguire sulla rete ammiraglia un programma di divulgazione culturale e scientifica».

Il segreto per raggiungere una platea così ampia? Unire rigore a fiction didascaliche? Il modo di raccontare?

«Spiego semplicemente le cose che scopro. E’ come una danza che fai con il pubblico, se c’è sintonia i passi vengono naturali. Credo sia raccontare i contenuti che di solito stanno nei libri con il linguaggio della gente. La cultura con la maiuscola fa paura, bisogna coinvolgere gli spettatori. Mostrare come dietro ai monumenti, ci siano le persone, con la loro vita, i loro dolori, i loro sogni».

Ansia da Auditel?

«Gli ascolti sono importantissimi, ma per me il grande successo è avere una tv pubblica che manda in onda la cultura in prima serata».

Come ci si sente ad essere considerati una icona sexy?

«Non era quello il mio obiettivo – dice ridendo – continuo a fare il divulgatore».

E’ stato per tanti anni un ricercatore.

«Per più di dieci anni ho fatto scavi e spedizioni, cercavo resti fossili. Continuo a fare ricerca, in un certo senso, anche in tv: mantengo la curiosità, la voglia di scoprire».

La sua è una tv non urlata in una overdose di liti, insulti, morbosità in diretta.

«E’ la nostra cifra e mi pare che parlare in modo pacato, spiegare in modo colloquiale, funzioni».

Cosa le piacerebbe scoprire ancora in Sicilia?

«Cerchiamo di trovare nuovi spunti. Abbiamo girato molto e molto rimane. In Sicilia la storia e la cultura ti accolgono sempre, è veramente un mondo straordinario».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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