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Fiction Rai, a Montalbano subentra “Màkari” ambientata fra Trapani e Palermo

Di Redazione |

ROMA – Il detective suo malgrado, con un passato da giornalista Saverio Lamanna con l’attore palermitano doc Claudio Gioè è la nuova scommessa sulla Sicilia di Rai fiction. Dopo un altro boom di ascolti con il Metodo Catalanotti del «Commissario Montalbano» con Luca Zingaretti, che ieri ha totalizzato oltre 9 milioni di spettatori e il 38%, si prepara a debuttare in prima serata, prodotta dalla stessa Palomar, “Màkari”: quattro puntate, da lunedì 15 marzo, tratte dai gialli trapanesi di Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, editi da Sellerio. Gioè, è un ex brillante giornalista portavoce di un ministro a Roma che ha deciso di tornare nella sua Sicilia ma si ritrova suo malgrado a fare indagini, un detective di penna visto che ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Michele Soavi ha curato la regia della serie, sceneggiata da Francesco Bruni, nel cast la catanese Ester Pantano nelle vesti di Suleima, una giovane che è a pochi passi dalla laurea in architettura e che vivrà un’intensa storia con Lamanna, Antonella Attili e Agnese Amato. «Màkari» è stata presentata via web alla stampa dai protagonisti. “Lamanna indaga, ma non in modo convenzionale, sul territorio allo stesso tempo fa un percorso interiore. Le sue sono indagini quasi ideologiche, socio culturali. Mi somiglia molto – racconta Gioè – è un uomo che torna a vivere a Palermo dopo tanti anni, proprio come me. Forse, questo – prosegue l’attore – ha fatto sì che ci mettessi un pò una punta di emotività in più. Impietoso, cinico, contro l’immagine di una sicilianità ormai fin troppo inflazionata piena di stereotipi. Una Sicilia contemporanea che vuole affrancarsi anche da certi luoghi comuni, che andrebbero aggiornati. Ha un atteggiamento molto sciasciano – continua l’attore (che a Palermo ha fatto rientro un’anno e mezzo fa dopo aver studiato e vissuto tutta la sua carriera fino ad oggi a Roma, ndr). Lamanna ha bisogno di immergersi nella realtà, nella Sicilia Contemporanea».

Eccola dunque la nuova scommessa della Palomar di Carlo Degli Esposti che dopo Montalbano: «Il mal di Sicilia ci riserva sempre sorprese – dice – la letteratura siciliana è sempre stata un punto di partenza. Quando ho letto i romanzi di Gaetano, non ho avuto dubbi, che quel personaggio potesse essere un personaggio televisivo. Lo trovo estremamente moderno. La Sicilia ha tanta qualità letteraria, senza di quella non ci sarebbe nessuna fiction di successo. Inoltre credo che la Sicilia raccolga in sé tutta la profondità dell’essere italiano».Il Volo, interpreti della sigla della fiction, composta da Ignazio Boschetto: «La sigla parla di una Sicilia raccontata da un venticinquenne – racconta – parla di amore, di una terra di anime e santi». Dopo essere stato licenziato, Lamanna torna nella sua terra, incontrando vecchi amici, come Peppe Piccionello (Domenico Centamore), personaggio eccentrico e sui generis, sempre in pantaloncini e infradito, ma dotato di grande intelligenza. E Lamanna finisce, poi, per innamorarsi di una giovane laureanda Suleima. Un trio improvvisato di investigatori con un fiuto acuto e creativo. Circa cinque mesi di riprese, in piena pandemia, dall’8 agosto a dicembre. Savatteri dice che i suoi gialli sono solo d’ispirazione: «io non ho voluto aggiungere nulla alla serie. Mi piace però pensare che finalmente si veicoli l’immagine di una Sicilia differente. Quella di siciliani a cui non per forza, piacciono i cannoli, quella di una Sicilia dolce amara, dove accanto all’immobilismo, c’è tanta forza dinamica».

Nel corso delle quattro puntate Saverio Lamanna si trasforma in un vero e proprio detective, altra caratteristica della sua personalità. Lamanna infatti ha una propensione per risolvere casi complicati ed omicidi caratterizzati da morti violente. I titoli dei quattro romanzi sono: I colpevoli sono matti, La regola dello svantaggio, É solo un gioco e La fabbrica delle stelle. Per la seconda serie nessuno si sbilancia neanche Maria Pia ammirati direttrice di Rai Fiction che ripete quanto detto da Carlo degli Esposti: «aspettiamo di vedere la reazione del pubblico». Anche Ammirati dice: «Di certo non faremo fatica ad affezionarci a Lamanna, ci darà tanti elementi per fidelizzarci». Ma Claudio Gioè cosa farà prossimamente? «Non ho programmi, spero di tornare a teatro «Ero in scena al Teatro Biondo di Palermo, quando lo scorso marzo si chiuse tutto adesso cercano di riaprire il prossimo 27, cosa che vedo complicata, perché nel teatro occorre programmazione e poi e tutto di nuovo complicato». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA