Sgroi e Batturi: Trasparenza, Fiducia nella Giustizia e Parità in Campo – Zero a Zero, Palla al Centro
Nonostante la dichiarazione d’incandidabilità in appello, l’ex sindaco Francesco Sgroi e l’ex assessore Nunzio Batturi si appellano alla Cassazione e ribadiscono la correttezza del loro operato amministrativo
La recente sentenza della Corte d’Appello di Catania ha suscitato un acceso dibattito politico e giudiziario nel comune di Randazzo. L’ex sindaco Francesco Sgroi e l’ex assessore Nunzio Proietto Batturi sono stati dichiarati incandidabili, in accoglimento del ricorso promosso dalla Prefettura di Catania. Tuttavia, i due ex amministratori non si arrendono e, con fermezza e trasparenza, annunciano ricorso in Cassazione, fiduciosi nell’operato della giustizia.
La vicenda giudiziaria si sviluppa dopo una prima sentenza favorevole del Tribunale che li aveva ritenuti candidabili. La Corte d’Appello ha invece ribaltato tale pronuncia, basandosi su quattro principali motivazioni, tra cui il coinvolgimento dell’ex sindaco nell’operazione “Terra Bruciata”, la presunta inerzia nel contrasto all’abusivismo edilizio legato a famiglie mafiose e il mancato utilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata.
Eppure, la stessa sentenza d’appello riconosce importanti elementi a favore dell’operato della precedente amministrazione Sgroi. In particolare, è stato confermato che non vi è stata alcuna irregolarità nella gestione degli appalti pubblici, nessuna contiguità con ambienti criminali e nessun uso distorto della dichiarazione di dissesto, che è stata invece definita una scelta obbligata per risanare le finanze del Comune.
«Mi preme sottolineare – ha dichiarato Francesco Sgroi – come anche la Corte d’Appello abbia ritenuto infondati la quasi totalità degli addebiti mossi nei confronti della mia amministrazione. È stato escluso che vi siano state opacità nella gestione pubblica, ed è stata smentita la tesi secondo cui avremmo favorito interessi mafiosi. Oltre il 95% degli addebiti sono stati ritenuti privi di fondamento».
Parole nette, quelle dell’ex sindaco, che rivendica un’amministrazione trasparente e responsabile dal 2018 al 2024, e che contesta duramente l’etichetta di “comune a forte densità mafiosa” attribuita a Randazzo nella sentenza d’appello. «È uno stigma inaccettabile per un territorio che merita rispetto e non generalizzazioni dannose» ha aggiunto.
Anche Nunzio Batturi, coinvolto nella vicenda per la gestione dei beni confiscati, si unisce alla linea della difesa: piena fiducia nella magistratura, ma altrettanta determinazione nel vedere riconosciute in sede di Cassazione le ragioni di chi ha operato – a detta loro – con onestà e rigore istituzionale.
Sul piano strettamente giuridico, va ricordato che l’attuale incandidabilità non è definitiva. Come previsto dall’ordinamento, essa produrrà effetti solo a seguito di una sentenza passata in giudicato. In assenza di un verdetto della Corte di Cassazione, la partita resta aperta: giuridicamente parlando, si è in una situazione di “zero a zero e palla al centro”.
Un principio fondamentale del diritto sancisce che, in assenza di condanne definitive, nessuno può essere privato del diritto di candidarsi. È dunque legittimo attendersi che Sgroi e Batturi possano essere in campo alle prossime elezioni amministrative, qualora i tempi della giustizia lo consentano.
Intanto, la comunità randazzese osserva con attenzione e attende. Se da un lato la sentenza della Corte d’Appello sottolinea gravi problematiche di infiltrazione mafiosa storica nel territorio, dall’altro non può passare sotto silenzio l’assoluzione – seppur implicita – della gestione Sgroi per una lunghissima serie di contestazioni rivelatesi inconsistenti.
Conclusione:
In questa fase delicata, il principio della presunzione d’innocenza e il rispetto dei tre gradi di giudizio rappresentano le vere garanzie democratiche. Sgroi e Batturi si dichiarano pronti a difendere la propria onorabilità e quella del Comune di Randazzo, con spirito di servizio e senso delle istituzioni. La trasparenza delle loro dichiarazioni e la fiducia riposta nella giustizia disegnano un orizzonte aperto: oggi non si può parlare di condanna definitiva, ma solo di una partita ancora da giocare.
Zero a zero, dunque. E palla al centro.
Alfio Papa
Luogo: Piazza Municipio, 6, RANDAZZO, CATANIA, SICILIA

