L'arte di Sara Impaglione
Tipo segnalazione: News dai social
La giovane pittrice nissena si racconta tra ispirazione a Van Gogh, amore per la sua città e il dolore trasformato in colore, in un'intervista esclusiva rilasciata a Nicola Digiugno per il blog e social community IL NISSENO.com. Sara apre con sincerità le porte del suo universo artistico e personale, fatto di emozioni profonde, radici forti e un legame indissolubile con la figura della madre.
Non è solo una passione, la pittura, per Sara. È la sua forma di respiro, il linguaggio che le permette di raccontare ciò che le parole non riescono a dire. La perdita della madre ha segnato profondamente la sua vita e la sua arte: il dolore è diventato gradualmente il motore di una rinascita creativa. Ogni opera, da allora, è dedicata a lei. Tra i maestri che più l’hanno influenzata, Sara cita Van Gogh, non tanto per la tecnica, quanto per il coraggio di essere se stesso, con tutta la sua “stranezza”. In lui riconosce una sensibilità affine, un’arte vissuta come urgenza, come bisogno interiore.
Il soggetto ricorrente nelle sue tele è la donna: simbolo di forza, ma anche di fragilità. Lo sguardo femminile, nelle opere di Sara, è al centro della scena, portatore di significati profondi, a volte contraddittori, sempre intensi. La donna diventa emblema di resistenza emotiva, specchio delle proprie ferite e del proprio riscatto. Tra le opere più care all’artista spicca L’Allegoria di Caltanissetta, un quadro che fonde identità personale e collettiva: la città è rappresentata attraverso l’immagine di una donna, come a suggerire che il luogo in cui si nasce e si cresce è anch’esso un organismo vivente, con una sua anima, contraddizioni, bellezze e limiti. È un modo per omaggiare la propria terra, pur riconoscendone le difficoltà e le chiusure mentali che spesso ostacolano la crescita culturale.
La pittura per Sara non è sempre frutto di lunghi processi: spesso, i suoi quadri nascono di getto, in momenti di intensa emozione. Il tempo è scarso, rubato da impegni lavorativi e quotidiani, ma quando arriva l’ispirazione, l’artista sa coglierla, sa fermare il mondo per qualche ora e lasciare che il colore racconti. Il sogno nel cassetto di Sara è semplice e audace allo stesso tempo: vivere di arte, creare un proprio spazio – un atelier, un negozio, un laboratorio – dove esprimere liberamente la propria creatività, magari anche su supporti alternativi come t-shirt o oggetti dipinti a mano. È un progetto che oggi appare lontano, quasi irrealizzabile, ma che continua a tenere vivo il desiderio di costruire un futuro artistico più stabile. Nonostante tutto, Sara è felice che le sue opere raggiungano le persone anche solo attraverso i social o uno smartphone. La vera soddisfazione è sapere che qualcuno, guardando un suo quadro, possa provare un’emozione, sentirsi toccato.
Per Sara, l’arte ha sempre qualcosa da dire. Che sia un sentimento intimo o una riflessione sociale, ogni sua opera è un invito a guardare oltre, a sentire più a fondo. Anche il giudizio, per lei, è un’occasione: “Le critiche fanno crescere”, afferma con maturità, accettando anche i commenti più pungenti come parte del gioco e della crescita. Sara Impaglione è un’artista giovane, ma con una visione chiara e una voce già definita. La sua pittura è uno specchio delle emozioni, una carezza che a volte brucia, altre consola. È l’esempio di come il dolore possa diventare luce, e di come, in un mondo che spesso va di fretta, ci sia ancora spazio per chi sceglie di parlare attraverso l’arte.