Gimbe, in 7 giorni -6,9% contagi ma oltre 1000 decessi
1.049 negli ultimi 7 giorni (di cui 104 riferiti a periodi precedenti), con una media di 150 al giorno rispetto ai 136 della settimana precedente
ROMA. Continua ad aumentare, seppure solo del 5,2% e in misura minore rispetto alla scorsa settimana, il numero dei pazienti Covid ricoverati nei reparti ospedalieri, mentre tornano a scendere quelli in terapia intensiva, che vedono un -3,3%. Lo rileva il nuovo monitoraggio Gimbe, che sottolinea come sia «mutato negli ultimi 6 mesi, il quadro degli ospedalizzati, con un incremento dei ricoverati con sintomi a cui non corrisponde un aumento di ricoveri in intensiva». Dal 30 marzo al 5 aprile, i ricoverati con sintomi sono stati 10.246 rispetto ai 9.740 (+506), mentre i pazienti in terapia intensiva sono scesi da 487 a 471 (-16).
«E' importante rilevare - commenta Nino Cartabellotta, presidente Fondazione - che il quadro dei pazienti ospedalizzati è notevolmente mutato negli ultimi 6 mesi, sia per effetto delle coperture vaccinali e relativi booster, sia per la progressiva sostituzione della variante delta con quella omicron, più contagiosa, ma meno severa». In particolare, se a fine ottobre veniva ricoverato il 3,22% degli attualmente positivi in area medica e lo 0,47% in terapia intensiva, oggi queste percentuali sono crollate rispettivamente allo 0,78% ed allo 0,04%.
Però dopo la stabilizzazione della scorsa settimana torna a crescere il numero dei decessi: 1.049 negli ultimi 7 giorni (di cui 104 riferiti a periodi precedenti), con una media di 150 al giorno rispetto ai 136 della settimana precedente. «Il numero dei decessi che non accenna a scendere -- sottolinea Cartabellotta - merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire».