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Coronavirus, ai Cappuccini volontari mobilitati tra spesa, farmaci e sostegno ai ragazzi

Di Pinella Leocata |

Catania – Il coronavirus porta alla luce con crudezza gli squilibri sociali del nostro Paese e il dilagare della povertà già prima che il blocco di tante attività economiche, a causa dell’emergenza coronavirus, privasse del reddito milioni di famiglie gettandole nello sconforto. Una situazione particolarmente esplosiva al Sud dove il lavoro nero e i lavoretti alla giornata sono molto diffusi, e ora del tutto bloccati. Ai Cappuccini, quartiere popolare del vecchio centro storico, gli abitanti si trovano a fare i conti con l’impossibilità di fare la spesa, di pagare le bollette, di acquistare mascherine, guanti e igienizzanti, i dispositivi di sicurezza indispensabili per tutelarsi e per tutelare gli altri dal contagio. Così l’abituale attività dell’Associazione Cappuccini, attiva nel quartiere dal 1997, si è rapidamente modificata, a partire dal numero di famiglie che assiste abitualmente. Si tratta di circa cento nuclei la maggior parte dei quali particolarmente numerosi perché molte sono le famiglie allargate che includono più generazioni e anche parenti che, sfrattati per morosità, hanno perso la casa, o congiunti che dopo la separazione non hanno dove stare.

Per queste famiglie i volontari dell’associazione fanno la spesa, o se ne riforniscono dal Banco Alimentare, e la distribuiscono in pacchi rispettando le nuove norme di sicurezza. Ma, in questi giorni si premurano di distribuire anche guanti, mascherine e disinfettanti – poiché i loro assistiti non hanno i soldi per poterli acquistare – e, sempre più spesso, devono correre in sostegno delle famiglie più bisognose per pagare le bollette e, soprattutto, per dare ai ragazzi le schede telefoniche necessarie a seguire la didattica a distanza, o almeno tentare di farlo.

E questo è uno degli aspetti più dolorosi della vicenda. I bambini e i ragazzi delle famiglie indigenti difficilmente possono o riescono a seguire le lezioni on line. Non hanno computer né tablet, né connessione internet e, spesso, neppure i soldi per la ricarica del cellulare. E i loro genitori non sanno aiutarli. Così i volontari dell’associazione Cappuccini, che abitualmente fanno il doposcuola due volte a settimana ai ragazzi delle scuole dell’obbligo e agli studenti delle superiori, hanno incrementato la loro attività attraverso il telefono. Spesso è a loro che i coordinatori dei corsi scolastici si rivolgono per raggiungere i loro allievi, per alcuni dei quali cominciano ad arrivare le segnalazioni di dispersione scolastica. Sono i volontari a ricevere le lezioni e i compiti on line, a scaricarli, a stamparli su carta e a portarli ai ragazzi che seguono. E sono loro che ogni mattina si premurano a telefonare ai ragazzi che seguono per svegliarli, ché altrimenti molti resterebbero a letto a dormire o a non fare niente. Un monitoraggio costante e un aiuto a distanza molto difficile che cerca di supplire alle carenze delle scuole che non sono attrezzate per questo tipo di sostegno e di didattica per la popolazione più fragile.

Per questo, consapevoli dell’importanza della loro azione e delle dimensioni enormi del bisogno, in tanti chiedono ai volontari dell’Associazione Cappuccini come possono aiutarli. Chi volesse può effettuare un bonifico utilizzando il seguente Ibam: IT 40 A 02008 16917 000300775877 intestandolo all’Associazione Cappuccini, con la causale emergenza coronavirus. E può anche indicare l’associazione come beneficiaria del 5xmille. Questo il codice fiscale 93122960870.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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