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Migranti, pronta nave-quarantena. Musumeci: «Governo mi ha ascoltato»

Di Redazione |

ROMA – Mentre la vicenda Alan Kurdi si avvia a soluzione dopo 12 giorni, con una nave che domani mattina accoglierà per la quarantena i 146 migranti rimasti a bordo, un rapporto di Alarm phone mette sul banco degli imputati anche l’Italia, insieme a Malta, Germania, Portogallo e Ue, per il mancato soccorso di un gommone in difficoltà con 67 a bordo dal 10 aprile: ieri i superstiti sono stati riportati in Libia, ma in 12 sono morti, 7 annegati e 5 disidratati o di fame. Un gruppo di parlamentari accusa: «li abbiamo anche noi sulla coscienza”; e chiede al Governo di istituire una Commissione d’inchiesta sulla «strage di Pasquetta».

Nella notte altre tre persone sono state evacuate dalla Alan Kurdi (un’altra li aveva preceduti il 10 aprile), che si trova davanti alla costa palermitana bloccata dal divieto di sbarco dopo il decreto firmato di ministri De Micheli, Lamorgese, Di Maio e Speranza, che ha dichiarato non sicuri i porti italiani a causa dell’emergenza Coronavirus. La soluzione annunciata dal Governo già sabato scorso è quella di trasferire i 146 su una nave attrezzata per i controlli sanitari ed il periodo di quarantena. Solo oggi il Mit ha però fatto sapere che il trasferimento avverrà domani; sarà la Croce Rossa Italiana a provvedere all’assistenza e alla sorveglianza sanitaria per i soccorsi.

«Sono felice che, finalmente, il governo nazionale abbia accolto la mia proposta sulla quarantena per i migranti -ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci -. Quando nessuno ne parlava e si andava alla ricerca di strutture nei centri abitati, abbiamo offerto l’idea di una adeguata nave ormeggiata in rada: zero pericolo contagi e ridotta pressione sul Sistema sanitario regionale. Spero che Roma, adesso, formalizzi il contratto nelle prossime ore, prima di nuovi sbarchi». 

Sulla Alan Kurdi c’è esasperazione ed uno dei tre evacuati, fa sapere la ong tedesca Sea Eye che gestisce la nave, ha tentato il suicidio. Dopo l’annuncio dell’imminente trasferimento il responsabile della nave, Gorden Isler, ha ringraziato la ministra De Micheli per la soluzione umanitaria nel mezzo di una crisi incomparabile».

Niente lieto fine, invece, per la Aita Mari, nave della ong spagnola Salvamento Maritimo humanitario, che si trova a sud di Lampedusa, in acque sar maltesi, con 37 migranti salvati a bordo; in tre ieri sono stati evacuati per motivi sanitari da una motovedetta della Guardia costiera italiana.

Peggiore il destino dei 67 che erano partiti da Garabulli (Libia) a bordo di un gommone in precarie condizioni. Un rapporto di Alarm Phone racconta di «un’agonia durata 72 ore” nel corso delle quali le autorità di Malta, Italia, Libia, Portogallo, Germania, come anche Frontex, pur sapendo dell’imbarcazione alla deriva, non sono intervenute, ma «hanno scelto di lasciar morire 12 persone di sete e annegate, mentre organizzavano il ritorno forzato dei sopravvissuti in Libia, un posto di guerra, tortura e stupro».

Un gruppo di parlamentari di Leu, Pd, Italia Viva, +Europa, Misto ha firmato un appello per chiedere al Governo l’istituzione di una Commissione internazionale di inchiesta indipendente sui fatti denunciati da Alarm Phone, nonchè una soluzione immediata per la Alan Kurdi e la Aita Mari. «Nei prossimi giorni – osservano – le condizioni meteo favoriranno nuove partenze, nel fine settimana potremmo trovarci di nuovo con centinaia di persone in mare senza alcun dispositivo di soccorso. Nessun Paese civile può permettersi di abbandonare le persone in mare in questo modo lasciando che solo i più fortunati arrivino sulle nostre coste autonomamente e con maggiori pericoli per la salute pubblica». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA