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Contagi zero in Sicilia il 30 aprile? No, la stima va spostata più avanti (e non di poco)

Di Mario Barresi |

CATANIA – Si fa presto a creare una curva. È semplice, con i dati consolidati dei contagi. Più complesso – e soprattutto rischioso – è indicare l’andamento di quella linea (per fortuna sempre meno all’insù) nelle prossime settimane.

E così è un sollievo poi non del tutto sorprendente apprendere che la Sicilia sarà la quarta regione a uscire dal tunnel del coronavirus, subito dopo Basilicata, Umbria e Sardegna. Nell’Isola «zero contagi non prima del 30 aprile» è la conclusione a cui è giunto l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane. L’ente scientifico «ha effettuato un’analisi, regione per regione, con l’obiettivo di individuare la data a partire dalla quale è verosimile attendersi l’azzeramento dei nuovi contagi e si basa sui dati messi a disposizione dalla Protezione Civile fino 17 aprile», spiega il direttore scientifico Alessandro Solipaca. L’Osservatorio (coordinato da Walter Ricciardi, ordinario di Igiene all’Università Cattolica e rappresentante dell’Italia nell’Organizzazione mondiale della sanità) ha dunque stilato una sorta di “calendario” del presunto allineamento della fatidica curva allo zero. In Lombardia e Marche l’assenza di nuovi casi si potrà verificare non prima della fine di giugno. In Emilia-Romagna e Toscana non prima della fine di maggio. Nelle altre regioni l’azzeramento dei contagi potrebbe avvenire, invece, già tra la terza settimana di aprile e la prima settimana di maggio. Ad esempio, nel Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio.

Se fosse un “elimina-code” la Sicilia avrebbe il numero 4 nel bigliettino, dopo, appunto Basilicata e Umbria (già da oggi), e Sardegna (il 29 aprile). Ma l’Osservatorio pone una condizione ben precisa: i modelli statistici tengono conto dei provvedimenti introdotti dal governo, pertanto «eventuali misure di allentamento del lockdown renderebbero le proiezioni non più verosimili». Ma non tutti gli studi coincidono.

C’è chi invece sposta più in avanti nel calendario il giorno dell’azzeramento dei contagi: è il dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche dell’Università di Palermo, citato anche nelle ultime ordinanze di Nello Musumeci sulle misure antivirus in Sicilia. Il team di ricercatori (composto da Andrea Consiglio, Vito Muggeo, Gianluca Sottile, Vincenzo Genova, Giorgio Bertolazzi e Mariano Porcu, ha messo a punto uno speciale modello statistico che consente di monitorare le variazioni nella curva dei contagi, permettendo dunque di approntare una previsione sulla fine dell’epidemia. Lo scorso 7 aprile la previsione era che «nell’Isola, dove ieri si contavano complessivamente 1.774 contagiati (si parla di attuali positivi e non di contagi totali che sono invece 1996), entro la fine della settimana (per l’esattezza tra mercoledì e sabato) il numero medio di nuovi contagiati al giorno dovrebbe scendere a 20 e si dovrebbe arrivare a 10 entro il 15 (precisamente tra l’8 e il 15)».

Ma nell’aggiornamento del Dseas di ieri (il dettaglio nel grafico accanto, a sinistra), l’ultima risposta alla domanda “quando finirà?” è posticipata non di poco. E la tabella con la «stima dell’intervallo di date in cui si prevede si realizzerà un numero di nuovi contagi relativamente basso» indica queste “forbici”: in Sicilia si prevede un numero medio di 20 casi giornalieri fra il 26 aprile e il 7 maggio; si scenderà a quota 10 nuovi contagi in un lasso di tempo più ampio, cioè fra il 10 e il 27 maggio. E dunque, per i ricercatori di Palermo, il giorno in cui si potrà cantare vittoria (sul Covid-19) in Sicilia non è proprio dietro l’angolo.

Twitter: @MarioBarresi

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