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Covid, lettera ad un papà volato via: «Quanto avrei voluto abbracciarti»

Di Redazione |

Caro Papà, queste parole come baci, sorrisi, sguardi, carezze di conforto, ti stringano in un abbraccio indimenticabile, in ricordo del grande Uomo che sei. Altro non possiamo darti in questo momento di surreale mancato contatto. Avremmo voluto fare tutto per Te, ma questo virus infernale non ce l’ha concesso. Al calar del sole rosso intenso della Piana, sei tra i filari di piante a spuntare con le tue mani, le cime dei nuovi germogli. Sei nel capannone a tagliare marze per l’innesto, le conti, le separi per varietà, attento, preciso, deciso. Dal seme, i selvatici innestati crescono rigogliosi grazie ai tuoi insegnamenti. Ettari di agrumeti in Sicilia, in altre parti d’Italia ed in Spagna vengono dai nostri vivai. Hai scritto la storia della nuova agrumicoltura. Ti piaceva presentarti come contadino e non come imprenditore agricolo. Hai fatto di Terre Bianche e Maddalena luoghi di produzione e bellezza. Noi continuiamo, facendo il massimo perché Tu sia orgoglioso di noi. Noi lo siamo di Te: nostro scudo, esempio. Forte, sorridente, audace, lavorando per passione e vocazione, per dovere e piacere. Da Te impariamo cos’è l’umiltà, l’impegno, la serietà, la professionalità, il sacrificio, la perseveranza.

Il 13 marzo, Giuseppe ti ha visto innestare due piante di varietà diverse. Non è la tua calligrafia sulle etichette a contraddistinguerle, ma la loro vigoria e bellezza. Sono le ultime due piante che hai innestato, unendo il buono col selvatico, il debole col forte. Le piantiamo in vivaio, Ti teniamo con noi. Non ti vedo dal 19 marzo, né ti ho più sentito al telefono. Nei giorni bui in cui mamma e Giuseppe ti assistevano a casa, io non ho potuto aiutarti. Quel maledetto sabato, il 4 aprile, ho avuto ancora più paura. In un diario ho annotato gesti, con cui cercavo di farmi sentire, di sentirTi. Non c’è stato un minuto in cui non ti abbia pensato, in cui non abbia sperato. 8 aprile – Forza Papà. Ho dato l’acqua al kumquat che hai regalato a Lucia. Ho spremuto due arance e ne ho bevuto il succo con Nina e Linda. 13 aprile – Coraggio: oggi è il tuo compleanno, sono 68 anni di traguardi. Ci hai dato tutto, il meglio. Ci dicono che sei vigile: speriamo. Chissà cosa pensi, cosa senti. Non aver paura, ti aiutano. Sei in buone mani. 16 aprile – Continua a farci sperare. Non abbatterti. Tu vuoi vivere perché c’è ancora tanto da fare. Oggi sei stato più forte, una dottoressa ti ha dato una carezza da parte mia. Versate due lacrime, l’hai ricambiata accarezzandole la mano. Quanta sofferenza, resisti. Ti educano a respirare da solo. Ce la farai. Non sei solo. In rianimazione, ci sono angeli che si occupano di te e tanti altri ti sono accanto. Non essere triste. 20 aprile – Quanto vorrei abbracciarti. Ci dicono che respiri discretamente bene. Sei una forza. Avrai una barba: pazienza. Conta che torni da noi. Respiri senza tubo. Vorremmo dirti tante cose. 21 aprile – Un altro angelo, un’infermiera è venuta a salutarti sapendoti sveglio e cosciente. Le hai subito chiesto se la Mamma stesse bene o se fosse ricoverata anche lei. Ti ha tranquillizzato dicendoti che stiamo tutti bene. Il tuo volto provato si è rasserenato. Le hai detto di riferirci che ci vuoi bene. Qualche ora dopo, ahimè, hanno dovuto intubarti nuovamente per farti recuperare forze, non aver paura. 22 aprile – Resisti. Oggi sono andata a Terre Bianche. Non riuscivo ad andarmene. Giuseppe prepara le marze. È bravissimo. Lo sai. Dopo di Te, é l’eroe mio e della Mamma. 23 aprile – Trova un po’ di forza per reagire. Per respirare. Siamo con te. 25 aprile – Nel pomeriggio sono andata nei terrazzi dove hai voluto far piantare le tue nuove varietà di limoni. Sono pieni di zagara. Mi sono fermata a sentirne il profumo: il tuo, papà. 26 aprile – Ti ho sognato. Ti accarezzavo e ti abbracciavo. Ci manchi. Reagisci ti prego. 27 aprile – Matteo e Gaia fanno i compiti mentre Clara gioca. Giuseppe continua a tagliare marze, é il suo modo di starti vicino. Pensa a te. Non sei solo. Non c’è niente che tu non abbia sistemato e predisposto, senza trascurare niente e nessuno. Il tuo viaggio, l’hai fatto con orgoglio, con felicità d’animo, con la tua infinita voglia di fare. Lo hai fatto anche e soprattutto per noi. Sei e resti con noi. In ogni passo ci sei tu, sempre. Respiriamo insieme a te, ci nutriamo di Te. Grazie. Con amore.

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