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Coronavirus in Sicilia, sette positivi a Misterbianco mini focolaio individuato anche a Gravina di Catania

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Sono attualmente 18 i casi positivi riscontrati a Catania, cinque dei quali sono ricoverati al reparto di Malattie infettive del San Marco, l’unico ospedale che ancora ospita pazienti di coronavirus di tutta la provincia pur non avendo avuto alcuna ufficialità. 13 invece i casi in isolamento a casa seguiti dalle Usca, le unità territoriali dell’Asp. Uno dei soggetti ricoverati da qualche giorno si è leggermente aggravato e i medici lo stanno trattando in semintensiva col casco Cpap per favorire la respirazione. 

Intanto continua senza sosta l’azione di contact tracing sui due cluster del capoluogo e dell’hinterland di Catania.

In particolare l’ufficio per l’emergenza Covid-19 del commissario Pino Liberti sta effettuando un processo di ricostruzione dei contattati con le persone che hanno avuto ripetuti incontri con i soggetti risultati positivi per cercare di circoscrivere il focolaio ed evitare che i casi aumentino. Al momento la situazione appare sotto controllo, ma i timori sono tanti, soprattutto per un leggero aumento dei casi.

I sanitari dell’Asp hanno già rintracciato circa una ventina di persone che sono sotto osservazione ed analisi.

Il cluster relativo alla città di Catania, individuato in una famiglia di Cibali, è composto da quattro soggetti positivi: due sono ricoverati, mentre due si trovano in stato di isolamento, ma senza sintomi. Anche i due ricoverati non presentano sintomatologia preoccupante.

Il ceppo individuato a Misterbianco fa riferimento sempre a una famiglia del paese e ad alcuni amici ed è composto, invece, da sette pazienti, cinque dei quali sono componenti di un unico nucleo familiare. Uno di questi positivi è ricoverato, gli altri sono in isolamento con sintomatologia lieve o del tutto asintomatica.

Risultano guariti, invece, due pazienti di un mini focolaio individuato a Gravina di Catania. Si tratta di una coppia di siciliani (non di lombardi come reso noto in un primo momento) che era finita al pronto soccorso del Garibaldi con sintomatologia lieve. Nel volgere di qualche giorno i medici delle Usca hanno appurato la “negativizzazione” di entrambi i pazienti, facendo rientrare l’allarme.

Nella provincia di Catania i soggetti attualmente positivi sono  come detto 18, ma ieri sera è circolata la notizia di un diciannovesimo caso riscontrato al Garibaldi e trasportato al San Marco. Si tratterebbe di un soggetto giovane con una polmonite. Tutti i pazienti positivi isolati sono monitorati costantemente dalle Usca.

L’aumento dei casi anche in provincia di Catania era stato preventivato dagli esperti che però avevano messo già le mani avanti spiegando che una crescita dei pazienti era una evenienza che poteva presentarsi vista la riapertura alla vita sociale. Ciononostante gli infettivologi hanno sempre ribadito che è utile al momento rispettare le misure di sicurezza necessarie affinché l’epidemia non dilaghi come sta avvenendo ancora in molte aree del mondo e in Spagna dove preoccupa l’aumento dei casi.

Ma questi comportamenti sono sempre meno rispettati al punto tale che, in particolare, a Catania molti cittadini non indossano più mascherine e non rispettano il distanziamento convinti che il Covid ormai sia sparito.

Su questo punto è intervenuto con una dichiarazione anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza: «Voglio unirmi all’appello di molti esperti che, soprattutto in questi primi giorni di vacanza e in diversi territori del Paese, hanno notato un abbassamento del livello di cautela nei comportamenti. Le regole che ci siamo dati qui in Sicilia nei momenti più difficili hanno prodotto dei risultati significativi nella lotta per contrastare il Coronavirus che non possono essere vanificati. Ecco perché ancora una volta desidero richiamare tutti alla prudenza ed al rispetto delle norme anticontagio per non sciupare quanto è stato fatto grazie al sacrificio ed al senso di responsabilità di ciascuno».

Questo l’appello dell’assessore. Ma una domanda sorge spontanea: in questi casi occorrerebbe il buonsenso dei cittadini perché se ad ottobre i casi aumenteranno senza alcun freno non è escluso un nuovo lockdown con tutte le conseguenze sanitarie, ma anche economiche. I catanesi vogliono proprio questo?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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