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Covid, lockdown per palestre e piscine: mondo dello sport in rivolta

Di Redazione |

ROMA – La scure del minilockdown si abbatte su palestre e piscine dopo la settimana di prova, e il mondo dello sport si sente discriminato ed è in rivolta. E’ l’effetto della chiusura contenuta nel nuovo Dpcm restrittivo firmato la notte scorsa dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte. «Servono 3 miliardi subito sul tavolo per non chiudere, o sarà protesta sul territorio», dice Paolo Barelli, presidente della Fin e deputato di Forza Italia. Poi, la chiamata di Conte, come raccontato dallo stesso Barelli: «Si è detto dispiaciuto e ha promesso che il governo provvederà nell’immediatezza ad erogare ingenti contributi a fondo perduto».

Il moltiplicarsi dei contagi non è una giustificazione che appare sufficiente a chi si è esposto per garantire la massima sicurezza nei propri impianti e che che ora vede avvicinarsi lo spettro del tracollo economico e della chiusura definitiva, con forti ricadute anche sull’occupazione. «Il governo sottovaluta la rete dello sport di base: se non ci sarà un ristoro immediato di tre miliardi, da mettere sul piatto domattina, è prevedibile un’inesorabile protesta sui territori», aveva affermato in mattinata Barelli, senatore di Fi. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, ricorda di essersi battuto per evitare le chiusure, anche con protocolli più rigidi, ma poi la forza dei numeri e la prospettiva di «un tracollo del sistema sanitario” ha costretto il governo a scelte difficili, e a sua volta ha annunciato già per domani misure economiche straordinarie, tra indennità e sostegni a fondo perduto, ma con cifre lontane da quelle sollecitate. Nell’opposizione si fanno sentire anche il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che chiede un decreto «per il risarcimento immediato e congruo alle categorie colpite dal nuovo dpcm», e Giorgia Meloni di Fdi che ritiene «intollerabile che dopo otto mesi il governo navighi a vista». Secondo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, «manca una direzione: una settimana fa si diceva palestre restano aperte, ora non più. Il tema però non è la palestra, il tema è che noi certe cose le dicevamo ad aprile». Il deputato di M5S Simone Valente si dice contrario alle chiusure indiscriminate di settori «non supportata dai dati relativi ai contagi che sarebbero stati prodotti in tali ambiti».

Fallito il tentativo di evitare, o almeno differire ancora. le decisioni più drastiche che coinvolgono il settore, tramite l’inasprimento delle normative di sicurezza anti Covid-19 e controlli a tappeto negli impianti per verificarne l’attuazione, ora si tratta di trovare i fondi, in un momento in cui peraltro le richieste di intervento economico del governo si moltiplicano da ogni dove. «Il governo sottovaluta la rete dalla società che gestiscono impianti sportivi e garantiscono l’attività motoria dei cittadini – afferma Barelli -. La chiusura è ingiusta: perchè questa scelta dopo 200 controlli dei Nas? Perchè ristoranti e bar chiudono alle 18 e le piscine sono chiuse tutto il giorno? Perchè si penalizza l’unico settore che ha investito sulla sicurezza?». Spadafora annuncia che «domani sarà approvato il dl per sostenere con misure straordinarie tutto questo mondo, che rischia di non riaprire più: 800 euro indennità per novembre, 50 milioni a fondo perduto per Asd e Sss da erogare entro novembre, fondo perduto automatico per le società dilettantistiche con codici Ateco che ne avevano già usufruito. Mi auguro – dice Spadafora – che il mondo dello sport possa riprendere il prima possibile perché è fondamentale anche per il benessere fisico e psicologico». Il presidente di Sport e Salute, Vito Cozzoli. ha convocato in settimana i presidenti delle federazione, degli enti di promozione e delle discipline associate per «lavorare insieme per tutelare l’ossatura dello sport e valutare l’uso dei contributi pubblici». A sollecitare interventi immediati è il Comitato 4.0, costituito da Lega Pro, Lega basket Serie A, Lega volley maschile e femminile, Lega nazionale pallacanestro, Lega basket femminile, Fidal Runcard: «Lo sport è un settore produttivo a tutti gli effetti e, come tale, necessita di interventi di ristoro: il governo ci dica cosa intende fare per garantire un dignitoso futuro alle attività penalizzate dal dpcm», sottolinea, chiedendo misure di liquidità agevolata, il rinvio delle scadenze fiscali e aiuti a fondo perduto.

Il presidente di Federbasket, ex presidente del Coni, Gianni Petrucci, esprime grande perplessità per la situazione e auspica che i ristoro promesso alle aziende penalizzate dal Dpcm, valga anche per lo sport «settore capace di generare direttamente l’1,7-1,8% del Pil e indirettamente il 3,7-3,8%». Petrucci propone anche di accantonare la legge sullo sport, questione che “distrae», e suggerisce che a interloquire col governo sia il Coni «che deve tornare centrale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA