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Sicilia “arancione”, Razza: «A Roma i dati siciliani saranno rivisti»

Di Redazione |

Palermo – “Ho appena concluso un lungo confronto con l’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute. Mi è stato assicurato che nei prossimi giorni la cabina di regia nazionale valuterà i dati siciliani. Alle 17 l’incontro con la stampa per entrare nello specifico di questo confronto. Ho letto molte cose non vere sulla rete, altre persino violente. Creare tensione sociale è un grande errore. Chi ha ruoli istituzionali lo dovrebbe sapere meglio di altri”. Lo scrive su Facebook l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza. 

“Abbiamo preso in esame tutti gli indicatori del documento che ha visto la Sicilia inserita nella zona arancione. Ci siamo chiesti il perchè”, ha ribadito l’assessore. “Si è detto che il motivo è legato alle strutture sanitarie. ISS e ministero si sono allarmati per due parametri l’indice dei positivi sui tamponi effettuati e il personale che riguarda contact tracking e il totale del personale sanitario, una ogni 10 mila abitanti. La Sicilia ha un parametro di 1,2 persone ogni 10 mila. Il tempo medio da sintomi a individuazione è di due giorni, quando il minimo è di 5. Poi vi è l’indice RT che in Sicilia è di 1.42 con ben sedici regioni e province autonome con un indice più alto”.

Chi dice che non abbiamo posti letto eviti di farlo perché afferma un falso, commette un reato. L’epidemia è in fase di crescita e va tenuta sotto controllo, ma da siciliani siamo feriti da un’attribuzione di un’area di rischio non legata a dati oggettivi. E’ stata stata l’immagine che il sistema sanitario siciliano fosse meno preparato o che non si fosse lavorato, e non è vero. Mi è stato confermato che non c’è correlazione diretta tra Report e colore arancione, ma ci sono altre valutazioni. Abbiamo il diritto di sapere», continua Razza. «Si dice che il governo regionale ha ricevuto 128 milioni di euro da Roma per la sanità – ha aggiunto e non li ha spesi. Ma noi non abbiamo ricevuto un centesimo e abbiamo realizzato l’ampliamento della rete intensiva e sub intensiva. Oggi tutte procedure sono state attuate e si partirà senza avere ricevuto un euro. La responsabilità è del commissario nazionale che ha chiesto i soldi a banche europee e attivato il cronoprogramma. Adesso sono state individuate le ditte per realizzare le opere. Non siamo rimasti indietro neppure di un’ora».  «Ho pensato di presentare ricorso al Tar, ma il decreto del ministro è in vigore per due settimane e io, da avvocato, so che per valutare un’iniziativa del genere il Tribunale amministrativo regionale impiega molti più giorni».

«Oggi all’incontro con il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro e il direttore generale Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza, ho chiesto se sono stati utilizzati solo i parametri classici per individuare la Sicilia come zona arancione e mi hanno detto che si aggiungono classificazione di rischio e indice Rt. Ma se è così non ho capito perché se ne è tenuto conto soltanto per la Sicilia. Le valutazioni sono molteplici e io voglio comprenderle al meglio. Domani avremo un incontro anche col ministro Speranza». «Perché un barista siciliano domani deve chiudere rispetto a un suo collega campano che invece resta aperto? Questo, in una regione ad al disoccupazione, crea allarme sociale. Noi avevamo chiesto solo due fasce nazionali per evitare troppo differenze ed evitare che si determinassero conflitti sociali sul territorio, La scelta la rispetto, ma è stata politica».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA