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Catania, al Policlinico salta intervento all’aorta: «In Rianimazione non c’è posto»

Di Redazione |

Catania – Non ci sono posti in terapia intensiva, salta il delicato intervento di chirurgia cardiovascolare. È successo, dunque, siamo già a questo: una comunicazione dell’autorità sanitaria ieri mattina ha bloccato un delicato intervento per un aneurisma all’aorta surrenale, programmato dai primi di novembre, per la momentanea insufficienza di posti in rianimazione a causa del Covid. È stato riprogrammato per lunedì: terapia intensiva permettendo. È successo al Policlinico universitario di Catania: il protagonista, suo malgrado, è un paziente 69enne di Siracusa. E la sua storia personale arriva alla cronaca attraverso il racconto preoccupato e contrariato della figlia, Stefania Bongiovanni. «Sulla base di cosa si decide a chi destinare i posti della terapia intensiva, dando precedenza ai malati di Covid e non agli altri?», si chiede al termine di una giornata intensa.

L’intervento era già slittato: «Mio papà è ricoverato al Policlinico universitario di Catania, nel reparto di Chirurgia vascolare – racconta -. Era stato ricoverato alla fine di ottobre per un aneurisma all’aorta surrenale, scoperto durante un controllo». Si tratta di un paziente recidivo in quanto a problemi cardiovascolari. Nel 2016 aveva già subito un delicato intervento al Ferrarotto, sempre a Catania. Da qui i problemi già all’aorta surrenale, tenuti sotto controllo in questi anni, fino a un controllo che doveva essere di routine, che però evidenziava un aneurisma di dimensioni preoccupanti. Ragion per cui viene ricoverato alla fine di ottobre al Policlinico.

L’intervento viene dapprima fissato per il 5 novembre: «Ma viene posticipato per un problema a un macchinario – racconta la figlia – e fissato per giovedì 12 (ieri ndr)». Ma questo primo rinvio viene compreso e tollerato dalla famiglia che, anzi, giudica impeccabile il comportamento di medici e personale del reparto: «Il primo rinvio non è stato un problema per noi – aggiunge Stefania Bongiovanni – può succedere che un macchinario si guasti». Le contrarietà della famiglia nascono, invece, al secondo rinvio, quello di ieri: «Dimesso dopo il primo mancato intervento, mio padre torna al Policlinico per fare tutto l’iter preparatorio all’intervento, compresa la visita con l’anestesista». E si arriva a ieri mattina, giorno in cui il paziente, secondo il racconto della figlia, viene preparato, accompagnato nella sala radiologica e poi «sul lettino operatorio in attesa di ricevere già l’anestesia». Ma all’improvviso qualcosa si inceppa: «Ci hanno chiamato al telefono – racconta Stefania – per dirci che l’intervento era stato annullato. Il chirurgo ci ha spiegato – prosegue – che è arrivata la comunicazione all’ultimo minuto che diceva di annullare gli interventi programmati per insufficienza di posti in rianimazione a causa del Covid». Le voci si rincorrono e si confrontano con quelle di altri pazienti: «Pare – dice Stefania – siano stati annullati anche altri delicati interventi. Io mi sono alterata: sulla base di cosa si decide a chi destinare i posti della terapia intensiva, dando precedenza ai malati di Covid e non agli altri? Se succede qualcosa a mio padre – conclude – vado sino dinanzi al presidente della Repubblica, perché non ci sono solo i malati di Covid».

I medici comunicano subito alla famiglia che il paziente rimarrà ricoverato sino a quando non si libererà un posto in rianimazione, in modo che questa precauzione permetta di fare l’intervento. Perché il chirurgo ha specificato che quello di questo paziente (come può accadere ad altri in situazioni simili) è uno di quegli interventi che portano con sé una elevata possibilità che si debba fare ricorso alla terapia intensiva. «Sia chiaro – conclude Stefania Bongiovanni – che la mia famiglia e io non intendiamo puntare il dito contro i medici o il personale ospedaliero, che sono stati ineccepibili, ma chiediamo semplicemente che ci vengano fornite risposte al perché di questo ulteriore slittamento della data dell’intervento, specie in considerazione del fatto che le condizioni di salute e psicologiche di mio padre, destano preoccupazioni».

L’azienda ha spiegato che si tratta di un paziente cronico e che il suo intervento è stato posticipato per l’indisponibilità di posti in rianimazione: perché l’uomo necessita, per il tipo di intervento che deve fare, che è molto lungo, di un posto di terapia intensiva “a supporto”. Precisato pure che l’azienda in questo momento assicura l’urgenza, quindi ieri si sarà ritenuto esserci un margine di rinviabilità. In serata sempre l’azienda ha informato della nuova data: intervento programmato per lunedì. Terapia intensiva permettendo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA