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Variante Covid, quello che sappiamo finora: più veloce ma non più letale. E con il vaccino?

Di Maria Elena Bonaccorso |

ROMA – Al momento non c’è nessuna evidenza che la variante del virus del Covid individuato in Gb sia meno sensibile al vaccino in arrivo, riducendone quindi la sua efficacia. E’ più veloce ma non più cattivo, al momento infatti non ci sono prove che sia capace di fare maggiori danni all’organismo e uccidere di più. Fino ad ora non è stato ancora rilevato in Italia.

Lo spiega il virologo Carlo Federico Perno, Professore di Microbiologia, all’UniCamillus e International Medical University di Roma, e Direttore del reparto di Microbiologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Roma, direttamente in contatto con il virologo Ravy Gupta, della Univesity College London, che ha isolato la nuova variante in pre-visione per la condivisione dei dati scientifici.

«Ho visionato lo studio – riferisce Perno – il coronavirus ha una capacità molto inferiore rispetto ai virus classici di modificarsi: in tutto è avvenuto circa una ventina di volte».

«Per il virus dell’Hiv ci sono state invece milioni di varanti e per quello dell’Hpv addirittura miliardi». Però, aggiunge Perno «come tutti i virus, quando può, migliora la sua capacità di infettare perchè ha come obiettivo biologico quello di crescere. Più circola, più si modifica, e il suo tasso di variazione è funzione dei cicli replicativi».

Una variante significativa c’è stata già, quella che gli scienziati hanno denominato 614 D, già presente in Italia a marzo nel 5% delle persone infettate, ora nel 100% e che ha reso già più veloce la trasmissione, spiegando anche in parte la seconda ondata. Ed esiste anche un’altra variabile sudafricana.

Su Nature Communication, intanto, ha annunciato Perno, a gennaio verrà pubblicato uno studio che vede la sua firma con un’analisi di 7 varianti già cocircolanti in Italia, con mutazioni distribuite in varie parti del virus. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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