Catania. A prescindere dal calendario della ripartenza scolastica, poi stabilito ieri notte dal governo regionale, c’è una certezza per famiglie e alunni: i nove prefetti dell’Isola, in un mese di studio con il dipartimento dei Trasporti, hanno fatto i compiti a casa. Operativi i piani provinciali straordinari, già tarati a lungo termine quando la quota di didattica in presenza alle superiori salirà al 75%.

Secondo quanto ufficializzato dall’assessore ai Trasporti, Marco Falcone, a regime «nel complesso, si superano le 600 corse aggiuntive in tutta l’Isola e saranno più di trecento i bus aggiuntivi messi in campo, anche col contributo di licenze Ncc, taxi e bus turistici opportunamente contrattualizzati dalle aziende». Questo il dettaglio in ogni provincia: Palermo 99 autobus aggiuntivi per 137 corse in più; Catania 126 bus con 69 linee in più; Messina 156 con 78; Caltanissetta 122 con 19; Agrigento 100 con 22; Ragusa 86 con 43; Siracusa 40 con 20; Enna 48 con 23; Trapani 32 autobus in più con il numero di corse ancora da stabilire. Da lunedì, visto il ritorno in aula soltanto delle medie, «la percentuale dei servizi aggiuntivi immediatamente operativa si aggirerà fra il 15 e il 20%» dell’incremento.

I piani (che inizialmente prevedono una capienza massima del 50% rispetto alla capienza omologata di ogni mezzo) sono calati nelle singole realtà territoriali. Incrociando la disponibilità di servizi di trasporto urbano ed extraurbano con gli orari d’inizio e fine delle lezioni dei singoli istituti. Perciò i dirigenti generali di Istruzione (Antonio Valenti), Trasporti (Fulvio Bellomo) e Autonomie locali (Margherita Rizza) hanno inviato una nota a tutti i dirigenti scolastici, tramite l’Ufficio scolastico regionale, e, via Anci, a sindaci di comuni e Città metropolitane e commissario delle ex Province, via Anci. Un invito a «tenere conto» della «compatibilità tra gli orari scolastici di ingresso e uscita e la contestuale disponibilità dei servizi di linea extraurbani su gomma (Tpl) che assolvono al trasporto degli studenti pendolari». È quello degli studenti che arrivano da fuori comune il nodo più delicato da sciogliere. Non a caso i tre dirigenti regionali precisano che «qualora dovessero ravvisarsi peculiari esigenze», presidi e sindaci possono promuovere «un preventivo confronto con le imprese», il cui esito andrà sottoposto al dipartimento Trasporti per «eventuali implementazioni di collegamenti» per autorizzare servizi extra delle ditte.

Infine, la questione delle risorse. Soprattutto per chi deve far ricorso a servizi privati, c’è un costo da sostenere. Secondo l’analisi dell’assessorato ai Trasporti, con i piani a regime, ci sarà un fabbisogno aggiuntivo di 136.707 euro al giorno in tutta l’Isola, così suddiviso: 29.247 euro a Palermo; 9.736 a Caltanissetta; 18.292,80 a Catania; 12.510,40 Ragusa; 6.209,60 a Siracusa; 11.293,20 a Enna; 24.418 a Messina; 12.500 a Trapani e Agrigento (queste ultime due cifre sono stime da approfondire).

Chi dovrà pagare questi soldi? Nella nota della Regione, «sul tema» si indicano due fonti per «attingere alle risorse specificatamente individuate». Uno è il decreto legislativo 111/2020 del 20 settembre scorso sull’emergenza-Covid nella scuole, ma per i Comuni c’è anche la possibilità di attivare (tramite il dl 104/2020 del 14 agosto e il decreto del ministero dell’Interno del 24 luglio 2020) «l’eventuale finanziamento di servizi di trasporto pubblico aggiuntivo in ambito urbano», con però il limite «del 30% della spesa sostenuta nel 2019 per le medesime finalità». La Regione considera attendibile la stima di 11 milioni di risorse nazionali aggiuntive a disposizione. Ma nella nota ancora viene specificato che «si resta comunque in attesa di ulteriori indicazioni da parte del ministero dei Trasporti per poter attingere alle fonti di finanziamento citate». I sindaci, dunque, devono aspettare.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA