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Covid, al San Marco di Catania parenti possono assistere pazienti disabili

Di Redazione |

CATANIA – Favorire la presa in carico e l’assistenza in ambiente ospedaliero di persone con disabilità gravi, non collaboranti, affetti o sospetti Covid 19. E’ questo l’obiettivo di un protocollo d’intesa firmato stamane a Catania tra l’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico-S.Marco” e il Comitato Consultivo Aziendale, in rappresentanza delle associazioni di pazienti con disabilità, che prevede che, su richiesta della famiglia, si possa autorizzare l’accesso di un familiare in ospedale per assistere persone non collaboranti per disabilità fisica o mentale alle cure.

L’accordo giunge a seguito della vicenda di una donna affetta da sindrome di Down ricoverata nel Pronto Soccorso e poi trasferita in Rianimazione per le gravi condizioni di salute e lì morta nel settembre dello scorso anno senza la vicinanza di un familiare a causa delle regole antiCovid-19. Il protocollo è stato firmato per l’Azienda, oltre che dal Direttore generale Gaetano Sirna, anche dal direttore medico di presidio del S. Marco Annarita Mattaliano, dal direttore medico facente funzioni di presidio del Policlinico Paolo Adorno, e dal presidente del comitato consultivo aziendale Pieremilio Vasta, l’organismo istituzionale di rappresentanza degli utenti ed operatoti nel SSR della Sicilia. Sirna ha espresso la sua piena «disponibilità e appoggio a questo importante percorso di miglioramento dell’umanizzazione delle cure in Azienda, ad oggi fortemente ostacolato dal virus, a favore delle categorie più deboli e fragili, a cui bisogna erogare sia le cure sanitarie ma anche assicurare le condizioni migliori perché queste siano efficaci». «Ovviamente – ha aggiunto – la presenza di un familiare al letto del paziente può costituire un grosso stimolo sia per il paziente che si sentirà meno solo, sia per la struttura che avrà comunque nel parente un alleato nella gestione delle cure».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA