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Vaccini, confronto tra Governo e Regioni Draghi: entro marzo 4,5 milioni di dosi

Di Lorenzo Attianese |

ROMA La richiesta di un confronto urgente con Draghi sulla campagna vaccinale, per un «cambiamento di passo», che però va fatto «insieme al Governo». I governatori chiedono un chiarimento dopo la strigliata del premier, che in Parlamento mercoledì aveva parlato di differenze tra le Regioni nella somministrazioni delle dosi «difficili da accettare», con alcune che «trascurano i loro anziani» in favore di gruppi con potere contrattuale. L’incontro a Palazzo Chigi potrebbe essere previsto lunedì.

E il Piano prosegue, con l’invio nei territori delle prime task force del Commissario Covid, Francesco Figliuolo, e l’arrivo di altri 4 milioni e mezzo di dosi entro fine marzo: si tratterebbe del maggiore incremento settimanale di fiale finora. All’indomani del nuovo record di somministrazioni – 230mila in un giorno – che sigilla la crescita del trend delle somministrazioni, viene trovata la quadra sulla versione definitiva del documento delle “linee di indirizzo organizzativo e strutturale dei punti vaccinali territoriali straordinari” dopo il vertice tra Stato e Regioni.

Nel documento, che si è delineato a seguito del confronto delle Regioni con i tecnici del Governo e la ministra per le Autonomie, Maria Stella Gelmini, è scomparso il riferimento ai minuti necessari per la somministrazione (nella precedente bozza era di 10 minuti, esclusa la fase di “osservazione”). Cancellati dalle linee anche i punti vaccinali medi, piccoli e mobili, restano solo quelli definiti «di medie/grandi dimensioni», che saranno in grado di vaccinare 800 persone al giorno: eliminata la voce sugli orari di apertura (erano fissati a 12 ore per i punti medi e grandi) e viene citata solo l’espressione «800 vaccinazioni/die».

Nella nuova versione del documento, inoltre, «vengono espressamente fatte salve le necessità organizzative dei punti vaccinali di minore dimensione (ad esempio gli studi medici e le farmacie) che, in osservanza alla normativa vigente, costituiscono l’ossatura di quel sistema di vaccinazione diffuso e capillare che è necessario a garantire il rapido superamento della situazione pandemica».

Ma non basta. Sul piano politico c’è da scongiurare il rischio di un ennesimo strappo dopo le parole del premier in Parlamento. «Il piano di vaccinazione è stato fatto dal Governo nazionale, non è stato fatto dalle Regioni. Il Governo avrebbe benissimo potuto, ove l’avesse voluto, chiederci di sospendere le categorie prioritarie», attacca Giovanni Toti. A mediare con il fronte dei governatori di centrodestra è il presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini: il primo passo è un lettera indirizzata a Draghi in cui si chiede «un confronto urgente con il Governo sull’andamento della campagna vaccinale» perché «un cambiamento di passo si deve realizzare, ma devono farlo insieme Governo e Regioni».

E la linea del dialogo costruttivo non si interrompe da entrambe le parti: l’incontro a Palazzo Chigi è previsto lunedì prossimo. Prima di quella data le task force del generale Figliuolo saranno già entrate in azione per fornire supporto. Si parte da Molise e Basilicata, dove saranno inviati in queste ore un medico e due infermieri, impegnati in particolare per le vaccinazioni nei paesi e nei luoghi più isolati. Il Commissario Covid sarà in Calabria e poi in Sicilia, dove incontrerà tecnici e autorità. Ad Avellino, invece, in meno di 12 ore l’esercito ha trasformato un drive through della Difesa in un centro vaccinale mobile.

I dati sulle inoculazioni – con l’obiettivo di un’operazione di «trasparenza» utile per i cittadini – saranno nelle prossime ore on line e saranno consultabili sul sito della presidenza del Consiglio per Regione e categoria. E nell’arco di quest’anno, annuncia la società Thermo Fisher, la produzione delle dosi di Pfizer Biotech attraverserà anche l’Italia, fornirà con «servizi di riempimento sterile e preparazione del prodotto finito nel proprio stabilimento di Monza».

Nei prossimi giorni, con l’avanzare delle somministrazioni e in vista della conclusione delle vaccinazioni di over 80 e fragili, dovrebbero anche essere riviste le percentuali di ripartizione dei vaccini nelle Regioni, che saranno presto calcolate in base alla popolazione residente. Ma le vicende sui casi di furbetti e categorie privilegiate finiscono ora in Procura: quella di Aosta ha aperto un fascicolo sull’applicazione del piano vaccinale anti-Covid nella regione. I pm hanno delegato il Nas dei carabinieri rispetto a due quesiti: verificare l’applicazione del Piano redatto a livello ministeriale e riscontrare se ci sono state eventuali segnalazioni di persone immunizzate ma non aventi diritto in base allo stesso piano del ministero. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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